L’appello del Comitato “Uniti contro la crisi”, a cui aderisco, acquisisce tutto il suo significato politico soprattutto dopo che Marchionne oggi ha gettato la maschera del “padrone” che tende la mano ai lavoratori per ripresentare il braccio di ferro ed annunciare che il modello Mirafiori-Pomigliano entrerà automaticamente e presto dai cancelli dello stabilimento di Melfi: è quanto sostiene Giacomo Nardiello (Pdci-FdS). Le promesse di più salario e addirittura di compartecipazione degli utili – aggiunge – sono le classiche promesse da marinaio di cui gli operai non possono in alcun modo fidarsi, mentre parlare di vittoria al referendum di Mirafiori come fa l'ad di Fiat è continuare a vedere la realtà con gli occhi strabic i di chi non riesce a proiettare lo sguardo oltre il proprio naso. I 'no' hanno prevalso grazie ai cosiddetti 'colletti bianchi' e Marchionne sa bene che questa sua striminzita vittoria al referendum impone uno stop al suo progetto di 'americanizzare' il sistema lavoro in Italia. Continuare a dipingere la Fiom, che rispetto agli altri sindacati ha interpretato meglio la valenza e la portata del referendum, come 'minoranza bloccante' è offendere i lavoratori, persino quelli che al referendum hanno votato 'si'. Il concetto di 'modernità' di Marchionne mal si addice con il concetto di civiltà, che anche il mondo padronale dovrebbe rispettare. In un Paese imbarbarito dall'illegalità e dalla mancanza di principi, i metalmeccanici di Mirafiori e la Fiom – dice Nardiello – hanno fatto un vero miracolo hanno dato a tutti una grande lezione di dignità."
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