Lunedì 21 dicembre 2015 al teatro Piccolo Principe di Potenza, ore 20,30, con il debutto in prima nazionale del nuovo spettacolo della Compagnia Gommalacca Teatro, N.M.O. Tavolo 11, Stati Minimali del Teatro si chiude la settima edizione del Festival Città delle Cento Scale. Già fervono i preparativi per la prossima edizione, che sarà, come lasciano intendere i curatori, ricca di sorprese.
Lo spettacolo di Gommalacca vede in scena Mimmo Conte, attore e regista, e Carlotta Vitale, attrice e autrice, che moderano un tavolo di discussione su “Gli Stati Minimali del Teatro”, il Tavolo 11, Tavolo Italia, che, avvertono, è l’ultimo di una serie infinita di convegni. Lo spettatore si trova catapultato negli attimi che precedono il crollo del teatro sulla testa degli artisti, e assiste ad un dibattito sul tema che si svolge tra diversi tavoli sparsi in ogni parte del mondo, ai quali i due conduttori chiedono di dare il loro contributo. Ma poi, come spesso accade nella contemporaneità e, soprattutto, nella realtà descritta, le cose cambiano e, per comprenderne il senso, si avverte la necessità di ritornare all’origine. Al teatro, punto di arrivo e di partenza di quest’opera teatrale, che di teatro e non solo vuol parlare.
La scenografia è stata realizzata dal maestro Paolo Baroni, scenografo ed illuminotecnico, il quale lavora da oltre quarant'anni nel teatro, con esperienze che vanno dall'opera lirica ai burattini, dalla danza al teatro di prosa.
Lo spettacolo prende origine dall’incontro con un bambino affetto da autismo, un disturbo neuro-psichiatrico, per cui chi ne soffre si distacca dalla realtà con una prevalenza della vita interiore ed è pensato come il progetto di una mente autistica che cerca di riorganizzare la propria malattia. Come a generare un nuovo possibile linguaggio o ad annientarlo. Si tratta appunto di “una nuova malattia organizzata”.
“Questo distacco dalla realtà è ciò che riteniamo più inafferrabile e che sappiamo continuerà a sfuggirci; anche la vita interiore rimane un mistero in quest’opera”, spiegano Mimmo Conte e Carlotta Vitale, autori e attori dello spettacolo. “Come in ogni processo creativo in quest’opera c’è la volontà di tradurre in scena la realtà che percepiamo. Ovviamente cercheremo di tradurre ciò che avvertiamo necessario dire e per questo sbaglieremo, dando importanza a cose che non ne hanno e trascurando ciò che rimane, con il risultato seguente, l’opera diventerà spettacolo e sarà lontano anni luce da ciò che l’aveva originata”.
“Partiti da Palazzo Lanfranchi di Matera, il 16 settembre il festival si chiude con una giovane compagnia teatrale di Potenza, che cura nella propria sede U-Platz Spazio civico e teatrale, in un quartiere periferico della città, per ribadire – hanno sottolineato i curatori del Festival, Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia – la duplice finalità del Festival: coinvolgere le migliori realtà regionali, rappresentare un punto significativo nelle arti performative in ambito nazionale e internazionale. Il Festival quest’anno ha compiuto un grande passo in avanti ricevendo molti apprezzamenti per la scelta artistica, le novità di qualità proposte e creando un rapporto più stretto con il pubblico soprattutto quello giovanile che ne è stato l’animo vitale. Grande soddisfazione e tanta voglia di ripartire”.
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