Feste popolari, Autilio (Idv): una rete e un cartellone

“Un modo per evitare, come purtroppo è accaduto anche di recente, l’accavallarsi di feste e sagre nella stessa giornata e a distanza di pochi chilometri”

“Le tradizioni religiose, popolari e folcloriche sono un elemento fondamentale per rafforzare l’identità culturale regionale, saldamente ancorata sulla fede, la storia e su un sistema interconnettivo di saperi e conoscenze e per far scoprire la Basilicata a visitatori meno frettolosi e più attenti alla spiritualità”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio (IdV) facendo riferimento, nello specifico, alla Festa di San Giovanni che viene celebrata con un rito antichissimo nella contrada Piano di Maglie di Moliterno. La processione si snoda nel borgo rurale e il Santo è ospitato in ogni casa, rinnovando il valore dell’ospitalità contadina accompagnato dalla devozione popolare e da tradizioni della cucina e gastronomia locale.

“E’ soprattutto la devozione – sottolinea – l’elemento caratterizzante proprio con l’esaltazione dei sentimenti di spiritualità, solidarietà, compassione di cui ci ha parlato il Dalai Lama negli incontri cui ha partecipato nella nostra regione. Con l’avvio della stagione estiva tutti i comuni e le contrade rurali della regione organizzano feste e sagre che contribuiscono a promuovere la consapevolezza della coscienza e dell’identità regionale e a rinnovare la devozione per il Santo Patrono. In Val d’Agri – aggiunge – si sta lavorando da tempo per costruire una ‘rete’ del patrimonio dei beni culturali per fare il salto di qualità e trasformarli in strumenti di nuova occupazione e sviluppo locale. Una ‘rete’ che poggi su un cartellone coordinato di eventi da concordare con Comuni, Pro-Loco, associazioni culturali e di volontariato, Parco Nazionale Appennino Lucano e Apt in modo da evitare, come purtroppo è accaduto anche di recente, l’accavallarsi di feste e sagre nella stessa giornata e a distanza di pochi chilometri”.

Secondo Autilio “un altro elemento fortemente caratterizzante delle feste estive è rappresentato dai prodotti tipici alimentari, che trovano uno strumento importante di valorizzazione nel ‘paniere’ di prodotti tipici e di qualità della Val d’Agri, attraverso il ‘marchio Alto Agri’ di certificazione e garanzia, per conseguire tre risultati: la tutela delle produzioni locali, l’incremento di reddito per agricoltori, produttori, esercenti del comprensorio e, di conseguenza, anche dell’occupazione diretta e indotta, a condizione che si accresca la consapevolezza dell’intero mondo agricolo dei 12 comuni compresi nell’area dell’Alto Agri sulle potenzialità del progetto”.

“Contro la globalizzazione del sistema alimentare e per vincere la concorrenza dei mercati – afferma – c’è solo una strada da seguire: puntare sulla qualità delle produzioni locali, rafforzare i consorzi di produttori già esistenti, come insegna l’esperienza positiva del Consorzio del fagiolo di Sarconi, e le azioni dei produttori del Canestrato di Moliterno, del vino doc ‘Terre Alto Agri’ e istituirne altri, in modo da garantire, soprattutto, ai nostri produttori nella fase di commercializzazione il giusto compenso”.

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