Ferragosto, Csail: prevale la “sindrome della tristezza”

“Il tradizionale appuntamento del Csail per trascorrere il ferragosto nelle aree petrolifere della Val d’Agri e del Sauro-Camastra, come alternativa alla classica gita tra boschi e colline o in spiaggia, quest’anno è segnato dalla “sindrome della tristezza” che, nonostante i buoni propositi del Presidente Pittella, è diffusa nel comprensorio petrolifero dove il disagio sociale e civile non favorisce la voglia di fare festa”. Lo afferma il presidente del Csail Filippo Massaro in un comunicato stampa.
“Quest’anno – aggiunge – si rinuncia persino a promuovere la tradizionale “caccia al tesoro” alla ricerca di nuovi pozzi petroliferi con in palio le ultime card carburante non spese, come è avvenuto negli anni passati. Per ripartire come vorrebbe fare il Presidente Pittella c’è bisogno innanzitutto della società civile che deve ricredere nel suo condottiero perché il sentimento della tristezza può innescare un circolo vizioso che sfocia nella ribellione incontrollata. Non ce ne abbia a male il Presidente Pittella che da tempo insiste per superare la “sindrome della tristezza” ma ci vuole ben altro, dopo diciotto mesi di governo regionale, dall’appello a non criticare il suo operato e quello del Presidente del Consiglio Renzi e dimostrare fiducia.
Nessuno ha mai pensato – continua Massaro- al “tutto e subito” però neanche a “niente per sempre”. Vorremmo almeno una soluzione intermedia che indichi tempi certi e risultati certi dal petrolio. Ci fa piacere registrare che Pittella e la maggioranza alla Regione abbiano finalmente cambiato parere sullo Sblocca Italia e deciso un ricorso che andava sottoscritto da mesi. Adesso chiediamo un atteggiamento coerente di difesa dei nostri interessi del territorio valligiano e saurino che porti a casa qualche risultato”. Per Massaro “sapendo i soliti giochi politici non si può aspirare alla grande felicità. Piuttosto alla serenità con i nostri giovani che abbiano la possibilità di restare nei paesi di origine, gli anziani che possano contare su servizi socio-assistenziali adeguati, i capifamiglia che possano lavorare, gli agricoltori che possano guardare senza preoccupazioni al futuro delle proprie aziende i cui prodotti trovano difficoltà di mercato ancor più per l’estrazione e il Centro Oli di Viggiano”.
“Lo ripetiamo – conclude- non basta salvare Potenza, si deve salvare anche Villa d’Agri un tempo centro commerciale e di servizi e oggi solo luogo di ristoro e pernottamento di maestranze Eni e società che tra qualche mese, finiti i lavori, andranno via. Noi vogliamo contribuire a recuperare la fiducia, in vista dell’ ultimo “stagione di credito”, quella autunnale, proprio con iniziative fortemente simboliche e di grande richiamo. Ma in questo ennesimo ferragosto di indignazione, perché la situazione di malessere sociale e di autentica povertà è cresciuta e quindi c’è poca voglia (oltre a pochi soldi) per festeggiare, il popolo del petrolio saprà far sentire, a modo suo, la sua voce”.

BAS 05

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