Il consigliere dell'opposizione sottolineando l’operato del Pdl che attraverso lo strumento delle interrogazioni ha lanciato l’allarme sull’inceneritore Fenice, annuncia “un’azione per far arrivare la questione in sede istituzionale”
“Apprendiamo finalmente che il governatore De Filippo e l’assessore Mancusi incominciano a preoccuparsi della ‘salute e la serenità delle persone, beni troppo importanti rispetto ai quali non è consentito a nessuno procedere con superficialità’. Gli stessi chiedono ‘una commissione di inchiesta per far chiarezza sulla situazione di Fenice e su come sia stata condotta dall'inizio e fino ad ora l'attività di monitoraggio che la Regione ha affidato ad Arpab’”. Ad affermarlo il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa sottolineando che ciò accade “in settembre inoltrato, dopo che per mesi hanno ignorato le interrogazioni a risposta scritta che lanciavano l’allarme su quello che capitava nei pressi dell’inceneritore Fenice, sia una protocollata in data 19 aprile 2011, dove chiedevamo in che periodo, dal 2005 ad oggi, si sono verificati i superanti dei livelli di contaminazione delle risorse idriche e tutti i provvedimenti adottati a seguito dell’attivazione della procedura prevista dall’art. 244 del D.Lgs. 152/2006 da parte degli enti competenti e le conseguenti attività poste in essere con l’esplicitazione dei relativi esiti”.
“Con l’interrogazione – prosegue Rosa – chiedevamo di conoscere, altresì, l’attuale situazione ambientale delle risorse idriche interessate dall’impianto Fenice e se le acque di irrigazione, eventualmente prelevate dai pozzi a servizio dei terreni del circondario destinati all’agricoltura, abbiano valori compatibili con il relativo uso. Poi, un’altra, sempre senza alcuna risposta in data 12 maggio 2011, dove si chiedeva se l'ordinanza del Sindaco di Melfi nel mese di marzo 2009 che vietava l’utilizzo delle acque a valle dell'inceneritore Fenice sia ancora in vigore e nel caso affermativo come vengono irrigati i campi dagli agricoltori che hanno terreni nella zona di San Nicola di Melfi; qual è il sistema di monitoraggio oggi in essere su Fenice, soprattutto se rispetta le prescrizione del Dec/Via 1790 del 17 dicembre 1993; qual è il termine ultimo della Conferenza di servizio considerando che sono passati ben 3 anni dalla prima e si è in presenza di un inquinamento delle falde acquifere; su quali basi ed elementi tecnici a supporto la Provincia di Potenza ha rilasciato l’autorizzazione provvisoria; lo stato della procedura amministrativa relativo al rilascio dell’A.I.A.; i dati sull’inquinamento forniti dalla Fenice all'Arpab e se esistono dei riscontri oggettivi da parte dell’ente di controllo; le ragioni per le quali, nonostante le dichiarazioni della Provincia di Potenza sul Rapporto Ispra 2010 (Ministero dell'Ambiente – pag.144), risulta che Fenice ha bruciato 977 tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi; le ragioni per le quali il registro tumori è aggiornato all’anno 2006; i dati epidemiologici particolareggiati per i comuni interessati dall’attività dell’inceneritore Fenice; la posizione della Giunta regionale rispetto alle problematiche evidenziate e le intenzioni in merito. Oltre ad aver chiesto, inutilmente, la documentazione riguardo l’attività della Fenice”.
“Dopo la conversione sulla strada di Damasco fin troppo tardiva – conclude Rosa – e aspettando i risultati di una auto commissione di inchiesta che faccia luce sulla mancanze di questa Giunta regionale e di quella precedente, sempre guidata da De Filippo, nei prossimi giorni ci attiveremo per far arrivare la questione in sede istituzionale pretendendo la fine della mistificazione e chiedendo risposte chiare soprattutto ai cittadini del Vulture”.