Fenice, Ola: non basta la bonifica dell'area interna e limitrofa

Inceneritore Fenice: la Ola torna sulla vicenda per sostenere che "la Regione Basilicata, prima di rilasciare l'Aia, non si limiti solo ad accertare l'inquinamento prodotto nell'area dell'impianto e la bonifica di un'area circoscritta, ma che è invece necessario:
a) Estendere i rilievi ed i monitoraggi alle falde idriche, ai pozzi, ai corpi idrici superficiali e sotterranei in un raggio non inferiore ai 10 chilometri;
b) Procedere a dare mandato ad un organismo super partes di uno studio epidemiologico condotti in tutti comuni vicini, con particolare riferimento alle categorie esposte (lavoratori, agricoltori,
allevatori) all'uso delle acque ma anche all'esame delle diossine e di tutte le sostanze rinvenibili nel sangue dei residenti nel raggio di 10 chilometri;
c) Procedere, d'intesa con l'Ispra, ad una verifica tecnica ed amministrativa su tutto il ciclo di gestione dell'impianto, a partire dalla quantità e qualità dei rifiuti trattati negli ultimi 10 anni ed un raffronto tra i Mud (Modelli Unici di Dichiarazione) e bolle di trasporto dei rifiuti conferiti ad Edf-Fenice e loro provenienza, ma anche dei singoli processi ed apparecchiature tecniche;
d) Accertare quantità e località di destinazione delle ceneri prodotte dall'inceneritore negli ultimi 10 anni, con indicazione della loro destinazione finale, così come dichiarato dalla stessa società, alla quale richiedere le attestazioni.

BAS 05

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