Fanelli (Parità): Cassazione reintegra lavoratrice licenziata

“Un'azione concreta contro le discriminazioni”. La Consigliera regionale di Parità si è costituita in giudizio nell’iter processuale, anche presso la Suprema Corte di Cassazione, per assistere una lavoratrice ingiustamente licenziata che ha subito vessazioni e persecuzioni sul posto di lavoro

La Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato da una lavoratrice, licenziata dal datore di lavoro, che nel percorso giudiziario è stata assistita dall’Ufficio della consigliera regionale di Parità, oltre che dal suo legale. Per la donna, il cui licenziamento è stato considerato illegittimo, la Corte ha disposto il reintegro sul posto di lavoro. Per la Consigliera di Parità Maria Anna Fanelli, si tratta di “un risultato molto importante ed un’azione positiva concreta contro le discriminazioni che rappresenta un successo per la lavoratrice, ingiustamente allontanata dal posto di lavoro, ma anche per l’Ufficio della Consigliera e per l’avvocato a cui la donna si è rivolta”.
Il percorso che ha portato alla sentenza definitiva, è stato lungo e articolato cominciato nel 2004: “La donna – spiega Fanelli – ha denunciato di aver subito una serie di comportamenti vessatori e persecutori da parte del suo datore di lavoro, per non aver corrisposto ad un interesse extra lavorativo manifestato dal datore di lavoro. L’Ufficio della Consigliera regionale dell’epoca intervenne con un’azione in giudizio e il Tribunale competente emise un’ordinanza di reintegro sul posto di lavoro confermando sia il Fumus bonis iuris sia il periculum in mora, riconoscendole il diritto alle retribuzioni maturate dal momento dell’illegittima interruzione del rapporto di lavoro fino all’effettivo reintegro, oltre a interessi, rivalutazioni e spese legali. Successivamente il datore di lavoro fece appello alla sentenza deducendo che il giudice di primo grado avrebbe erroneamente ordinato il reintegro e non avrebbe correttamente valutato le ragioni che avrebbero reso ‘incompatibile’ la signora”. Nel 2007 la Consigliera Fanelli sottoscrive un mandato per confermare la costituzione in giudizio e la volontà di comparire alla successiva udienza, continuando così a seguire il caso con interesse e partecipazione. “Nel 2008 – ricostruisce Fanelli – la corte di Appello, pur confermando l’illegittimità del licenziamento della lavoratrice, non ha ritenuto applicabile la tutela reale nei confronti del datore di lavoro, pertanto l’Ufficio della Consigliera si è costituito in giudizio innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, che ha portato al pieno reintegro sul posto di lavoro della lavoratrice e all’accoglienza del dispositivo di primo grado della Corte di Appello”. La Consigliera Fanelli ha voluto infine esprimere un ringraziamento agli avvocati Bonito Oliva e Vincenzo Santangelo (per l’Ufficio della Consigliera di Parità) e Giovanni Salvia (rappresentante legale della lavoratrice) “per aver assistito la donna e l’Ufficio in questo percorso giudiziario che ha trovato una soluzione importante, positiva e di successo con il riconoscimento dei pieni diritti della lavoratrice che ha espresso coraggio e tenacia in tutto il lungo e difficile percorso, mantenendo ben ferme la propria posizione e il giusto desiderio di riscatto rispetto alle vessazioni subite”.
Tra le azioni che l’Ufficio di Parità può mettere in campo per contrastare le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, c’è anche quella di assistere e rappresentare la lavoratrice nelle fasi del procedimento giudiziario. La Consigliera Fanelli ricorda che “qualora venissero ravvisate delle discriminazioni sul lavoro, gli interessati/le interessate, potranno recarsi negli Uffici delle Consigliere di Parità Regionali e Provinciali, per ricevere attività garantistica, conciliativa ed un’eventuale funzione interventistica delle Consigliere, anche attraverso la possibilità di agire in giudizio. E’ necessario che le denunce di discriminazioni non siano vaghe ed imprecise e non vengano espresse in luoghi non consoni”. Pertanto la Consigliera Regionale di Parità segnala che le consultazioni per segnalazioni relative a discriminazioni verranno acquisite attraverso una precisa prassi accompagnata da una modulistica volta a garantire: 1. la dichiarazione per il trattamento dei dati personali e o non autorizzazione dei dati personali (decreto legislativo 196/2003); 2. il conferimento della delega alla Consigliera di Parità ad assisterla/o e rappresentarla/o e a porre in essere ogni azione utile a tutela degli eventuali interessi lesi; 3. verbali degli incontri tenutesi presso l’Ufficio della Consigliera di Parità; 4. verbali di mancata conciliazione; 5. verbali di accordo; 6. eventuali azioni in giudizio.

zac

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