Falotico: la violenza verbale non aiuta la politica

Le riflessioni del consigliere dell’Mpa sul contegno della politica, che non deve “celare al cittadino scheletri negli armadi della classe dirigente”, ma richiede che “l’atto di denuncia pubblica si consumi in presenza di un vero problema”

“Ci sono molti modi di gestire situazioni, rapporti e cose, ma uno solo è quello giusto e sovente risponde all’utilizzo nella scelta del criterio della trasparenza e della qualità dell’azione che s’intende compiere. Mi piace pensare che il sommo Poeta avesse tale obiettivo in mente, quando attraverso la bocca di Virgilio c’ha fatto giungere il consiglio di non curarsi degli ignavi. Tradotto in buona condotta politica, per chi visse senza infamia e senza lode, intendo chi, pur non avendone necessità, avvilisce la propria azione ricorrendo alla violenza verbale e sollevando singolar tenzoni che non portano assolutamente beneficio alla moralità della politica”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale dell’Mpa Roberto Falotico.

“Non voglio certo invocare dissennati tentativi di celare al cittadino scheletri negli armadi della classe dirigente tutta – aggiunge l’esponente politico -. La trasparenza è sempre la miglior consigliera e la più onesta pratica da osservare quando si sceglie di far politica. Auspicherei, soltanto, che l’atto di denuncia pubblica, dovere di ogni cittadino e a maggior ragione del politico, si consumasse in presenza di un vero problema, sollevato e risolto il quale la popolazione è la prima a risultare salvaguardata e la rappresentanza politica epurata. Diversamente, il rischio è quello di colpire inutilmente qualcuno sotto la cintola alla ricerca di una visibilità che potrebbe essere spesa in favore di questioni realmente stringenti. In altri versi detto, a furia di buttar sassi nello stagno si può incappare in qualcuno più puro di te che a sua volta ti epura. Il compito di chi gestisce la cosa pubblica è quello di difendersi dal nulla o corrisponde alle azioni che compie? Il dovere di chi controlla l’operato dell’esecutivo è quello di tendere al miglioramento di queste azioni o di sparare nel mucchio?”.

A parere di Falotico “quando siamo stati eletti, serenamente sono convinto la gente volesse questo da ognuno di noi e non che ci trasformassimo in bersagli reciproci, trasfigurando la politica e riducendola ad un tabellone segna punti. Se l’unico termometro per valutare condotta e prodotto di un amministratore è fatto da quanto guadagna e dal numero d’incarichi che possiede, sebbene alti, qualificanti e fonte di crescita culturale e, quindi, di capacità che l’amministratore stesso può mettere a valore in ciò che fa, allora inviterei tutti ad una accorata riflessione sul sistema in quanto tale. Al contrario, se ad un’attenta analisi dovesse venir fuori come credo che non c’è conflitto d’interesse, che lo svolgimento di quell’attività non pregiudica il mandato preminente e che non è d’interesse pubblico dichiarare qualcuno portaborse di qualcun altro, allora potrei chiedermi a chi conviene sbandierare la biografia di un assessore? E perché, con quanto c’è da fare, far ‘tanto rumore per nulla?’ Con il rispetto che porto a chi la politica prima di me l’ha servita, mi permetto di dire: ‘non ti curar di loro ma guarda e passa’. La Basilicata ha bisogno d’altro”.

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