Falotico: la Regione ridà speranza ai lavoratori del Don Uva

“La Basilicata come la Ue. Interventi responsabili per la tutela dei lavoratori del Don Uva”

“La Regione Basilicata, in questo frangente di crisi è chiamata nelle sue possibilità ad operare come l’Unione europea. Lavorando alla tenuta sociale e produttiva della Basilicata nel suo complesso”. Lo dichiara il consigliere regionale, Roberto Falotico, a commento di quanto accaduto stamane davanti i cancelli dell’Ente. Si tratta della vertenza che interessa la struttura “Don Uva” di Potenza.
“Una mozione firmata da tutti i Capigruppo ed approvata all’unanimità dal Consiglio – afferma Falotico – sembra aprire all’orizzonte uno spiraglio di speranza dopo mesi d’incertezza. E’ la notizia che tanti lavoratori e lavoratrici attendono. L’impegno da parte dell’intero Governo regionale ad assumere tutte le iniziative opportune e che vanno nella direzione di ‘garantire i servizi ed i livelli occupazionali ai lavoratori, a partire dal pagamento delle spettanze, e di ricercare ogni utile soluzione, perché sia assicurata la continuità dei servizi assistenziali svolti nella struttura sia tramite eventuali provvedimenti legislativi, che anche attraverso la realizzazione di una piena autonomia gestionale ed economica della sede di Potenza’. Una mozione che giunge alla fine di una giornata intensa che ha visto le Organizzazioni sindacali, l’Assessore alla Sanità ed il Consiglio tutto impegnati ed uniti nella ricerca di una strategia vincente”.

“Tante le opzioni sul tappeto che devono però essere, normativamente parlando, sottoposte alle verifiche del caso – continua Falotico – diversamente, il rischio concreto è quello di allungare dolorosamente i tempi e di approdare ad una soluzione benefica negli intenti ma impraticabile nei fatti. Auspico vivamente – aggiunge – che l’assessore Martorano, cui va il mio sostegno, possa nel più breve tempo possibile, verificare gli strumenti e le azioni utili alla risoluzione della vertenza. Certo, quello cui siamo chiamati è un compito difficile in un momento così particolarmente arduo, dove la conta delle aziende in difficoltà corrisponde ad un vero e proprio bollettino di guerra e dove risulta complicato identificare un settore su cui poter tirare fino in fondo un sospiro di sollievo. Ma – conclude Falotico – se l’economia ci chiama a tenzone, noi dobbiamo saper rispondere con coraggio e lungimiranza”.

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