Estrazioni petrolifere; Le domande del M5S a Eni

Il Gruppo M5S Decima commissione al Senato della Repubblica, Industria, turismo e commercio, per il tramite del senatore Vito Rosario Petrocelli, pone all'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, una serie di domande sulle attività della società. Chiede il M5S: "Quali studi indipendenti l’Eni vanta pergiustificare l’uso di sostanze tossiche e nocive nel sottosuolo italiano; le perforazioni e la reiniezione di acqua di strato ad alta pressione in aree sismiche, in aree di ricarica dei bacini idrici del sottosuolo e in prossimità di centri abitati, attività sociali e aree coltivate? Che fine fanno le migliaia di  tonnellate annue di rifiuti prodottIda una piattaforma marina o da una trivella in terraferma e se esiste un registro dei fanghi e dei rifiuti petroliferi?" Chiede ancora il movimento: "perché  non sono pubblici i piani ingegneristici dei singoli pozzi in terrae mare? Come si spiega un costo del 33% più alto del prezzo del gas in Italia ,rispetto a paesi come l’Inghilterra, la Germania e il Belgio che hanno condizioni commerciali, strutturali e di regolamentazione dei prezzi al dettaglio simili all’Italia? Chi paga i danni delle emissioni climateranti e inquinanti? Se non ritiene di dover  rallentare la corsa alla perforazione selvaggia nel Mar Mediterraneo e in aree dagliecosistemi delicati, come le pianure e l’Appennino italiani, dato che oggi è possibile abbattere significativamente l’apporto del fossile alla produzione di energia elettrica? Se risponderà alla  denuncia fatta dal M5S in Aula alSenato sul sospetto di costituzione di fondineri in Basilicata nei pozzi dichiarati a gas, ma che inquinano col petrolio?"

bas 07

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