Estate calda, consumi energia su

In Basilicata e in tutto il Sud si è registrato a giugno un incremento del 7,4 per cento rispetto allo stesso mese del 2024. Gruppo Cestari: le rinnovabili hanno un ruolo strategico in quanto soddisfano la richiesta e hanno beneficio sui costi e sull'occupazione.

Pale eoliche

I consumi energetici accelerano in Basilicata e in tutto il Sud, sotto la spinta del caldo, segnando a giugno un incremento del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2024. Un dato che conferma il legame sempre più stretto tra condizioni climatiche e domanda di energia, soprattutto durante i mesi estivi. Ad evidenziarlo è il Gruppo Cestari che – con base operativa a Moliterno – si occupa nello specifico di progetti energetici rinnovabili specie nel Sud e all’estero, ha rielaborato i dati di Terna, gestore della rete nazionale. Secondo le elaborazioni, oggi ogni grado centigrado oltre i 27 gradi comporta un incremento di oltre 2.000 MW nella potenza richiesta, a causa della crescente diffusione di sistemi di climatizzazione e raffrescamento. Anche al netto dell’effetto temperatura e a parità di giorni lavorativi, la domanda resta in aumento dell’1%. L’incremento è omogeneo sul territorio nazionale: +8,9% al Nord, +6,3% al Centro e +4,9% nel Mezzogiorno e nelle Isole. A soddisfare la più alta richiesta di energia è la produzione fotovoltaica che, nei primi sei mesi del 2025, ha registrato il record di oltre 22 terawattora, pari al 34,5% delle fonti rinnovabili coprendo il 42% della richiesta di energia elettrica. Sul fronte della produzione netta, a giugno si è superato il tetto dei 23,6 miliardi di kilowattora che sono stati coperti per il 48,5% dalla fonti rinnovabili (a fronte del 52,4% di giugno 2024) con un record per il fotovoltaico (5,7 TWh prodotti, pari a +36,7%).

Tutto ciò – evidenzia il Gruppo Cestari – ha effetti positivi anche sui prezzi nel periodo tra marzo e maggio in determinate fasce orarie. Nelle ore centrali della giornata, il prezzo unico nazionale risulta infatti in media inferiore del 24% al costo variabile di un ciclo combinato che resta la tecnologia marginale prevalente, quella cioè in base alla quale, in virtù del meccanismo di fissazione del prezzo utilizzato in Italia, determina il valore finale. Inoltre, grazie all’aumento della capacità installata Fer, a fronte di costi variabili degli impianti a ciclo combinato nel 2025 in calo rispetto a quelli del 2023 dell’11%, il prezzo unico nazionale delle ore centrali delle giornate si è ridotto di oltre il 26 per cento. Per il Gruppo Cestari la conferma del ruolo strategico delle rinnovabili anche in Basilicata e al Sud dove la costruzione e la gestione di impianti solari, eolici e di stoccaggio stanno favorendo lo sviluppo economico delle comunità locali: ogni gigawatt di capacità rinnovabile installata crea fino a 10.000 posti di lavoro, distribuiti tra progettazione, costruzione e manutenzione. L’altro beneficio diretto è la riduzione della dipendenza energetica. L’aumento della produzione locale di energia rinnovabile riduce significativamente la dipendenza dell’Italia dai combustibili fossili importati. Questo non solo migliora la sicurezza energetica del paese, ma contribuisce anche a stabilizzare i prezzi dell’energia, offrendo vantaggi diretti a cittadini e imprese. Inoltre, la capacità di esportare energia pulita rafforza la posizione strategica dell’Italia nel panorama europeo.
Purtroppo – sottolinea il Gruppo Cestari – le procedure burocratiche spesso rallentano l’approvazione di nuovi progetti, mentre le infrastrutture esistenti necessitano di significativi aggiornamenti per gestire l’aumento della produzione. Inoltre, è essenziale investire nella formazione professionale per garantire la disponibilità di competenze tecniche adeguate a sostenere la crescita del settore.

    Condividi l'articolo su: