La Flai Cgil Potenza esprime – in un comunicato – "soddisfazione per l'introduzione nel codice penale del reato di caporalato".
"Certamente – dichiara Vincenzo Esposito, segretario generale Flai Cgil Potenza – è un passo in direzione del riconoscimento di diritti per i più deboli ed indifesi, anche se non si sono tenute in debita considerazione tutte le sfumature che sono presenti nella nostra proposta di legge che è sicuramente più complessa e articolata".
“Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” – spiega la Flai Cgil – questo il titolo dell'articolo introdotto dalla manovra di settembre "che non ci mette al sicuro ma richiede un costante impegno affinché la sua applicazione venga rafforzata e implementata con ulteriori contenuti per conquistare una reale riforma del collocamento in agricoltura".
"La legge – aggiunge Esposito – oltre a caratterizzare il reato indica anche alcune 'spie' dello sfruttamento. Tra questi ci sono una retribuzione palesemente non in linea con il contratto collettivo o sproporzionata rispetto al lavoro svolto e la violazione sistematica delle norme su orari, riposto, ferie e maternità e di quelle su sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro oppure condizioni di lavoro, sorveglianza o alloggio particolarmente degradanti.
La nuova legge, però, non interviene su un nodo fondamentale. Dal momento che le vittime del caporalato sono spesso clandestini, è difficile, infatti che denuncino i caporali, perché rischiano di essere espulsi. Anche il permesso di soggiorno previsto dal Testo Unico sull’immigrazione per chi collabora alle indagini sullo sfruttamento è solo un permesso per motivi di giustizia, viene concesso raramente e comunque consente di rimanere in Italia solo per la durata del processo.
Un piccolo passo, quindi, dal quale dobbiamo partire – conclude Esposito – per continuare a lottare per la conquista di diritti per i più deboli e indifesi".
BAS 05