Energia, Polese: puntare su risorse rinnovabili

Il consigliere del Pd lo ha affermato partecipando, in qualità di relatore, al Working group “Imprese e territorio” rientrante nel programma della manifestazione “L'energia spiegata. Festival dell'Energia", in corso a Milano

&ldquo;La regione Basilicata, non sempre con la dovuta considerazione del sistema paese, si ritrova a dare un contributo tutt&rsquo;altro che trascurabile al soddisfacimento del fabbisogno nazionale di energia&rdquo;. Lo ha detto il consigliere regionale Mario Polese (Pd) partecipando, in qualit&agrave; di relatore, al Working group &ldquo;Imprese e territorio&rdquo; rientrante nel programma della manifestazione &ldquo;L&#39;energia spiegata. Festival dell&#39;Energia&quot;, in corso a Milano, e che giunge quest&rsquo;anno alla sua decima edizione. Il Festival, con il supporto di partnership di primissimo piano, ha quest&rsquo;anno come obiettivo quello di declinare il tema dell&rsquo;energia seguendo tre importanti filoni: geopolitica, sostenibilit&agrave; e innovazione.<br /><br />&ldquo;Non tragga in inganno il dato statistico del 10% (che si appresta a diventare 15%) del fabbisogno nazionale attuale di petrolio e derivati &ndash; ha proseguito&nbsp; -. Non dimentichiamo che l&rsquo;Italia &egrave; un grande consumatore di prodotti petroliferi (nei primi 20 al mondo) ed il suo 15%, pari a circa 10 milioni di ton/anno, renderebbe autosufficienti paesi europei quali Grecia, Svezia, Portogallo, Romania, Danimarca. Da sempre &ndash; continua Polese – per le estrazioni di idrocarburi in Basilicata abbiamo preteso il massimo livello di attenzione ambientale. Lo ha dimostrato il presidente Pittella con l&rsquo;atto di chiusura del Cova di Viggiano. Le competenze esercitate dalle regioni in tal senso non sono poche e la Basilicata ha dato prova di non aver timore di avvalersene. Pur nella consapevolezza che mancate estrazioni significa meno royalties, ma salute e ambiente sono beni non negoziabili sempre e comunque. Questo non &egrave; ne scontato ne tantomeno la prassi a livello nazionale.&rdquo;<br /><br />&ldquo;L&rsquo;imperativo &ndash; ha sostenuto Polese – &egrave; gestire la transizione energetica salvaguardando l&rsquo;ambiente e ponendo le basi per puntare proprio sulla risorse rinnovabili del territorio stesso. La Basilicata sta seguendo questa via in maniera decisa. Gi&agrave; oggi, in rapporto al proprio fabbisogno energetico, abbiamo un grado di autosufficienza doppio rispetto alla media nazionale (oltre l&#39;80% dell&#39;energia elettrica consumata in regione &egrave; prodotta da fonti rinnovabili contro il 40% della media nazionale). Sono ormai decine i comuni lucani che possono affermare di essere &lsquo;carbon neutral&rdquo; o addirittura &lsquo;carbon negative&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Insomma la regione Basilicata &ndash; ha affermato l&rsquo;esponente del Pd – &egrave; quella che pi&ugrave; contribuisce al fabbisogno di energia convenzionale oltre ad aver fatto i maggiori progressi verso l&rsquo;autosufficienza energetica da fonti rinnovabili raggiungendo, di fatto, con ampio anticipo gli obiettivi di Parigi.&rdquo;<br /><br />&ldquo;C&rsquo;&egrave; il tema, – ha concluso Polese – per me molto significativo, e che riguarda le royalties e il loro utilizzo, tanto in capo alla Regione quanto ai Comuni, ove si &egrave; assistito ad eccessi di spesa peraltro non percepiti dai cittadini e non pi&ugrave; tollerabili. Ora, cosa &egrave; accaduto negli ultimi dieci anni, come tenere insieme il giusto ristoro di chi subisce maggior disagio, cio&egrave; il territorio della Val d&rsquo;Agri, con i principi di coesione territoriale che dovrebbero animare una regione piccola come la nostra? Che qualit&agrave; della spesa c&rsquo;&egrave; stata? Che cosa accadr&agrave; quando il petrolio finir&agrave;? Il petrolio cos&igrave; come l&#39;acqua &egrave; una risorsa il cui utilizzo ha consentito la tenuta economica e quindi sociale della Basilicata negli ultimi 20 anni: sanit&agrave;, universit&agrave;, vie blu, grandi attrattori. Spese correnti e non investimenti ma che soddisfano le esigenze minime di una popolazione e che non possiamo ipocritamente dimenticare. Ma quello che potrebbe essere una novit&agrave; e un&#39;idea forte per rendere il territorio attrattivo per i nuovi investimenti industriali &egrave; la previsione di fiscalit&agrave; e servizi di vantaggio ad imprese che si impegnino ad investire nella Green economy o nella economia circolare. E su questo che dobbiamo discutere e trovare soluzioni progettuali efficaci&quot;.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />

    Condividi l'articolo su: