Emergenza Covid, le proposte di Italia Viva

Per i consiglieri Braia e Polese e gli altri dirigenti del partito “ci troviamo in una situazione di imminente estrema criticità in merito alla quale bisogna urgentemente dare risposte esecutive efficienti ed efficaci”

In considerazione dell’andamento della seconda ondata e in particolare rispetto alla curva di crescita dei nuovi casi con una previsione realistica di imminente saturazione di degenze ordinarie ed intensive Covid, sarebbe opportuno riorganizzare celermente la risposta sanitaria ospedaliera”.

Lo sostengono i consiglieri di Italia Viva Mario Polese e Luca Braia in un comunicato congiunto con gli altri dirigenti del partito il deputato Vito De Filippo, Maria Antezza del comitato nazionale, i coordinatori provinciali Alessia Calabrese, Valentina Celsi, Fausto De Maria e Mauro Marino, i componenti dell’Assemblea nazionale Ilenia Magaldi, Rossella Spagnuolo, Italo Cantore, Carmine Lisanti, Giovanni Vita e i coordinatori cittadini di Potenza Jessica Boccia e Vincenzo Telesca.

In particolare per Italia viva “i due Dea di Potenza e Matera dovrebbero essere suddivisi ognuno in due blocchi di percorsi chiusi. Uno non Covid per emergenze, urgenze e trattamenti ad alta priorità non connesse alla Pandemia, e uno Covid con padiglione di degenza, rianimazione e struttura radiologica dedicata. Come del resto, stanno facendo nei grandi ospedali nazionali.

“I presidi sul territorio dotati di rianimazione (Melfi, Lagonegro, Policoro, Villa D’Agri) – continuano – si potrebbe valutare di farli diventare transitoriamente strutture Covid, accogliendo pazienti di gravità intermedia e lieve, ovvero in condizioni cliniche necessitanti degenza con assistenza respiratoria e quelli in progressivo miglioramento clinico. I pazienti positivi paucisintomatici o asintomatici, non necessitanti di assistenza o personale di supporto e non proprietari di seconde case e con nucleo familiare composto da più di una persona, verrebbero ospitati in alberghi Covid con il coordinamento dei medici di famiglia e delle Usca, in modo da scongiurare il rischio di infettare conviventi o familiari e sovraccaricare inutilmente le strutture ospedaliere. Le stesse USCA andrebbero potenziate evidentemente”.

“I presidi non attualmente dotati di personale sufficiente e di dotazioni adeguate – proseguono – ad accogliere malati Covid come ad esempio quello di Venosa e tanto meno quelle strutture fatiscenti come i tendoni del Qatar di Matera e Potenza al momento in questa fase di emergenza non sembrerebbero avere una possibilità di impiego allo scopo. Altra questione da affrontare con estrema precisione è quella relative alle scuole. In particolare se si dovesse continuare a mantenere aperte le scuole primarie e di prima infanzia sarebbe utile valutare la possibilità di esecuzione di tamponi antigenici rapidi. Sono quei test ormai reperibili agevolmente, di facile esecuzione ed elevata sensibilità e specificità”.

“Chiediamo – concludono – che si risponda subito con questa o analoghe strategie perché ci troviamo in una situazione di imminente estrema criticità in merito alla quale bisogna urgentemente dare risposte esecutive efficienti ed efficaci”.

 

 

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