Per il capogruppo del Pdl – Fi “sono ancora deboli ed inadeguate le misure individuate dal governo regionale con la legge di stabilità 2015”
“Del Rapporto Istat sui conti economici territoriali 2011-2013 non ci hanno sorpreso i dati sul Pil per abitante da noi pari a 18,3mila euro e sulle spese per consumi finali delle famiglie per abitante pari a 12mila euro, ponendo la nostra regione penultima in Italia, quanto l'ennesimo campanello d'allarme per le sorti del settore delle costruzioni che presenta i contributi negativi più ampi alla dinamica occupazionale ed imprenditoriale, specie nel comparto artigiano”. A sottolinearlo è il capogruppo del Pdl – Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli, il quale evidenzia che “1,7 punti percentuali di occupazione in meno equivalgono a non meno di 5mila operai edili senza lavoro negli ultimi tre anni. I riflessi si scaricano sulle imprese e sull'economia regionale tenuto conto che il valore aggiunto dell'edilizia sul Pil regionale è di 6,3 punti percentuali ed è superiore, sia pure di poco, all'agricoltura (6%)”.<br /><br />“A soffrire di più, come segnala Confartigianato Potenza – afferma il capogruppo del Pdl – Fi – sono le ditte artigiane e le piccole e medie imprese del comparto costruzioni e dell'indotto, vale a dire la miriade di piccole imprese di idraulici, piastrellisti, imbianchini, ecc. Si pensi che è un settore che ha importanti ricadute su tutta l’economia. Edilizia ferma significa anche un rallentamento degli investimenti nel settore e quindi conseguenze negative anche per l’industria”.<br /><br />“In questo contesto – dice Napoli – sono ancora più deboli ed inadeguate le misure individuate dal governo regionale con la legge di stabilità 2015: non si è andati oltre l'introduzione di un capitolo di spesa di 20mila euro rinviando alla programmazione Fesr 2014-2020. Servono invece investimenti a cominciare dal settore pubblico. Le frane, gli smottamenti, le esondazioni di fiumi e torrenti di questi giorni indicano la priorità della tutela del territorio, e noi sappiamo quali siano le implicazioni dell’assenza di manutenzione dei fiumi e delle aree interne, montani e collinari. Come se ciò non bastasse, le recenti norme introdotte dalla Finanziaria vanno a rendere sempre più difficile la vita delle imprese: è il caso dello ‘split payment’ e del ‘reverse charge’, due norme – che duramente contrastiamo – che prevedono che l’azienda non riscuota l’iva dal cliente (il pubblico nel caso dello ‘split’, il privato per ciò che riguarda il ‘reverse’) ma che debba attendere il rimborso da parte dell’erario, se a credito, con il ricorso ad ulteriore indebitamento”.<br /><br /><br />