Il capogruppo regionale Sel sottolinea che “con la mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale è stato fissato un punto fermo finalizzato alla ricerca di ogni iniziativa valida e praticabile per mantenere servizi e livelli occupazionali”
“Assumere tutte le iniziative opportune per superare l'attuale fase di incertezza sul futuro della struttura Don Uva di Potenza, chiedendo a tutti gli enti preposti, ciascuno per la propria responsabilità, decisioni chiare e definitive nei procedimenti in corso”. E’ quanto ha sollecitato il capogruppo di Sel, in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, in un breve intervento in Aula che ha preso le mosse da una comunicazione dell’assessore Martorano.
“Con la mozione approvata all’unanimità – commenta ancora Romaniello – si si segna un punto fermo, impegnando la Giunta ad assumere tutte le iniziative opportune finalizzate a garantire i servizi ed i livelli occupazionali a partire dal puntuale pagamento delle spettanze ai lavoratori e a ricercare ogni utile soluzione, compreso l’eventuale ricorso a provvedimenti legislativi, al fine di assicurare la continuità delle attività assistenziali svolte, anche attraverso la realizzazione di una piena autonomia gestionale ed economica della sede di Potenza”.
Per il capogruppo di Sel “le questioni da affrontare a breve termine sono così sintetizzabili: il ritiro definitivo della procedura di cassa integrazione e la presentazione del piano aziendale e finanziario per il rilancio della struttura credibile e supportato da elementi concreti sia attivanti l’ampliamento e lo sviluppo delle attività che il piano di rientro dal debito; invitare l’Asp a predisporre tutti gli atti pur nel rispetto delle leggi in materia per la revoca della convenzione, qualora la proprietà del Don Uva, non dovesse dare attuazione al pagamento delle spettanze ai lavoratori e al rinvio della sottoscrizione del contratto di convenzione scaduto, così come proposto dal’Asp, come pure non rendersi disponibile a forme condivise, proposte dalla Regione sulla gestione della struttura, qualora questo percorso individuato non fosse accettato”.
Romaniello evidenzia che “siamo in presenza, oramai da più mesi, di una situazione che, quotidianamente, si sta aggravando rispetto ad un atteggiamento dell'azienda che è di procrastinare sempre in avanti l'assunzione di decisioni, mentre è pendente presso il Tribunale la richiesta di istanza di fallimento. Noi – sostiene Romaniello – come Consiglio e Giunta regionali, non possiamo sicuramente intervenire e chiedere il fallimento della struttura, sarebbe un atto improprio ed irrispettoso della autonoma decisione della Magistratura. Però, abbiamo il diritto, come istituzioni e cittadini della Basilicata, di chiedere di decidere, non essendo più procrastinabile l’attuale situazione. Dobbiamo mettere in campo una strategia complessiva che tenga conto di tutti gli elementi della questione, da quello giuridico-contrattuale con l’azienda, a quello politico-istituzionale, per non far permanere questa situazione di incertezza che continua a consentire all'azienda l’alibi dell’attesa, predisponendo tutto quanto necessario anche per il superamento definitivo del rapporto con il Don Uva”.