“L’Assemblea ha ribadito che nel piano di rientro che ci vede fortemente impegnati non c'è e né vi potrà mai essere spazio per licenziamenti”
“Il Consiglio regionale durante la seduta di ieri con la discussione della mia mozione sull'avvio da parte del Don Uva della cassa integrazione in deroga per 59 lavoratori, mozione che ho ritirato perché superata dalla nuova e aggravata fase della vertenza, ha ribadito che nel piano di rientro che ci vede fortemente impegnati non c'è e né vi potrà mai essere spazio per licenziamenti”. E' quanto sostiene il consigliere Giannino Romaniello (Sel) ribadendo l'impegno “unanime di Consiglio e Giunta a seguire l'evoluzione della vertenza con il duplice obiettivo di salvaguardia dei posti di lavoro e delle prestazioni sanitarie ad un'utenza che ne ha assoluto bisogno, quindi a tutela anche delle loro famiglie giustamente allarmate dalla situazione che si trascina da settimane”.
“Il punto delicato che per me rimane, e rimane in senso generale anche sul piano di rientro – afferma Romaniello – è il fatto che l'azienda possa utilizzare nella sua proposta di piano di rientro dai debiti verso i creditori i lavoratori che non sono creditori ad oggi, tranne che per alcune mensilità, ma non sono soggetti inseriti nel fallimento a questo momento, non l'hanno mai chiesto”.
“Non vorrei trovarmi – aggiunge il consigliere di Sel – di fronte a un dato che nel mentre la Regione Basilicata ha lavorato per arrivare ad una mediazione, per trovare una soluzione e si è proceduto, come ci ha detto già in altra occasione l'Assessore, come abbiamo approvato in Consiglio, anche all'atto della sottoscrizione di un'intesa rispetto al contenzioso dei 4milioni e mezzo, dall'altro lato l'azienda utilizza da una parte questa intesa e dall'altro la riduzione dei costi a seguito del licenziamento del personale per definire un piano di rientro che metta il giudice nella condizione di accedere al non fallimento”.
“Credo sia utile – conclude Romaniello – che il Consiglio faccia sentire la sua voce dicendo che dentro il piano che l'azienda deve presentare per chiedere di non procedere al fallimento in Tribunale non sia inserito il ricorso al licenziamento del personale. Dobbiamo dire con chiarezza anche al Ministero che noi siamo contrari al fatto che la riduzione del personale sia uno dei punti qualificanti per l'azienda del rientro, perché siamo interessati a difendere la qualità dei servizi nella nostra regione che si basa principalmente sulle professionalità di uomini e donne”.