E’ l’opinione del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Vincenzo Giuliano, che ha incontrato medici e famiglie di ragazzi con problemi neuropsichiatrici e oncologici ed il presidente della quarta Commissione Bradascio
Il tema del disagio dei minori e delle loro famiglie nella gestione e cura dei ragazzi con problemi neuropsichiatrici e oncologici, così come segnalato da associazioni e genitori, è stato al centro dell’incontro che Garante per l'infanzia e l'adolescenza di Basilicata, Vincenzo Giuliano, ha avuto oggi con il presidente della quarta Commissione del Consiglio regionale(Politica Sociale), Luigi Bradascio, il dirigente dell'unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Santa Maria delle Grazie di Matera, Carlo Calzone, accompagnato da Domenico Mangione, componente della medesima unità operativa, i rappresentanti di Ala (Associazione Lucana Autismo), Zaira Giugliano e Giuseppe Postiglione, oltre che una delegazione di genitori.<br /><br />Il dibattito, “grazie anche all'importante apporto fornito dagli specialisti presenti – riferisce Giuliano -, ha fatto emergere diversi elementi di criticità”, per i quali il Garante si adopererà “a sostenere le adeguate soluzioni. Si rende necessario individuare con esattezza il numero di minori che sono affetti da tale patologie, considerata la incongruenza tra i dati statistici e diagnostici. È necessario creare omogeneità nel sistema regionale tra gli aspetti sociali e sanitario, aspetti che spesso, purtroppo, non viaggiano insieme. Senza implementare, con adeguata formazione, l'aspetto sociale nei centri di riabilitazione convenzionati, l'attività di questi si limita ad offrire attività di psicomotricità e logopedia, senza in nessun modo affrontare il problema educazionale. Problema questo che viene ulteriormente acuito dal fatto che molto spesso l'attività dei centri di riabilitazione viene effettuata a scuola, creando discriminazione ai ragazzi che debbono abbandonare le attività curriculari. Inoltre il problema riguarda anche le strutture sanitarie presenti sul territorio regionale. Il centro di Chiaromonte, infatti, si occupa essenzialmente di ricerca. A Potenza, è stata aperto un ambulatorio, ma non il reparto. L'unica unità operativa in regione è a Matera, ma con una gravissima carenza di personale, legata al pensionamento del 50% del personale che non è stato sostituito, con un numero di addetti passati da 15 a 7 unità, assolutamente non congruo alle domande a cui è chiamato a rispondere l'unico presidio regionale, il quale, per il bene dei piccoli pazienti, continua ad effettuare le attività di day hospital, in maniera border line. I genitori lamentano l'impossibilità di poter far seguire i propri figli, quindi, sul territorio regionale. Ma il quadro è ancora più allarmante se si analizza il dato legato ai problemi oncologici giovanili. Mentre per la neuropsichiatria infantile si registra una carenza strutturale, nei casi oncologici le strutture non esistono proprio e i genitori, a proprie esclusive spese, sono costretti, anche in caso di indigenza, a doversi rivolge, con difficoltà, fuori regione”.<br /><br />Bradascio ha evidenziato come questo sia il momento propizio per porre l'attenzione su questi temi. Nelle prossime settimane, infatti, la Giunta regionale dovrà individuare le nuove linee guida in materia di affidamento dei servizi alle strutture convenzionate. Ed in questo alveo, ha sollecitato anche il Garante, “è il momento di mettere mano a una proposta di legge regionale che affronti il tema nella maniera più adeguata”.