“Il tetto dell’8 per cento previsto per i dirigenti a tempo determinato degli enti locali, rappresenta un segnale positivo in un settore importante e delicato: si privilegino il merito, la competenza e la razionalizzazione dei costi”
“La Corte dei Conti ha reso – nei giorni scorsi – tre pareri (12,13 e 14 dell’8 marzo 2011) che sanciscono, anche per gli enti locali e per quelli territoriali, la possibilità di avere nell’organico dirigenti a tempo nella misura non superiore all’8 per cento dei posti in dotazione organica della dirigenza; in tal modo, esprimendo una valutazione definitiva sulla vicenda legata all’applicazione alle autonomie dell’art.19 del Decreto legislativo n. 165 del 2011 e ribadendo, ancora una volta, il principio dei limiti alla dirigenza a tempo, stabilendo il tetto del 10 per cento per la prima fascia e dell’8 per la seconda”. E’ quanto affermato da Alessandro Singetta, consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, che ritiene “di fondamentale importanza la decisione adottata dalla Corte che, in tal modo, detta le linee guida di quella che deve essere la corretta gestione degli enti locali e delle Regioni, con una previsione significativa in termini numerici, in quanto la percentuale dell’8 per cento dei dirigenti assunti a tempo determinato va proprio nella direzione della riduzione del personale esterno e della valorizzazione di quello interno agli enti, con ovvi risparmi in termini di spesa”.
“Come ho già più volte avuto modo di sottolineare – afferma Singetta – anche attraverso azioni in Consiglio regionale, l’esigenza di ottimizzare e razionalizzare il lavoro pubblico, è divenuta primaria, in un contesto in cui il proliferare dei dirigenti nelle pubbliche amministrazioni e negli enti locali mal si concilia con i buoni propositi di risparmio, di allineamento della politica a meccanismi più chiari e lineari di gestione delle risorse (anche umane)”.
“L’applicabilità della soglia dell’8 per cento anche agli enti locali e territoriali, dunque – continua Singetta – chiude il dibattito in materia e rappresenta senz’altro uno dei segnali positivi per rendere davvero l’attività svolta nella amministrazioni pubbliche locali più produttiva, eliminando o riducendo di molto la possibilità di ricorrere a personale reclutato all’esterno degli Enti, spesso senza la necessaria selezione e la dovuta trasparenza”.