Digilio su Rapporto Banca d’Italia

"I Rapporti regionali hanno solo la finalità di presentare studi e documentazioni sugli aspetti territoriali dell’economia del Paese e non certamente finalità di contrapposizione ai Governi Regionali che possono benissimo dotarsi di Osservatori Economici propri".

“Il Governatore De Filippo ha dichiarato guerra alla struttura regionale della Banca di Italia e ripete le stesse sciocchezze del Ministro Brunetta: non è vero che da noi non c’è lavoro per i giovani, sono i giovani che non accettano di fare gli scaricatori di cassette ai mercati agricoli”. Ad affermarlo è il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio, per il quale “a parte la lagnanza per non aver trovato posto ieri sui giornali che la dice lunga sull’atteggiamento di chi ritiene di avere diritto sempre e comunque a dire la sua, il fatto grave è che, con il pretesto di alimentare ottimismo, al contrario di quei “cattivi” della Banca d’Italia che, come i precari per Brunetta, sono tutti pessimisti, non è in grado di contestare i dati del Rapporto. De Filippo tenta di arrampicarsi sugli specchi, chiamando in causa Svimez, Istat, Unioncamere ma se ha dati più ottimistici da contrapporre a quelli che, senza mezzi termini definisce “catastrofici”, perché non lo fa? Per quanto mi riguarda, ho letto con attenzione il Rapporto che dispone di ben 15 pagine di note metodologiche oltre che di 14 pagine di tabelle statistiche che – dice il coordinatore di Fli – dovrebbero essere sufficienti a mettere al riparo funzionari e collaboratori della Filiale di Potenza della Banca d’Italia da ogni strumentale interpretazione. E’ il caso di ricordare che i Rapporti regionali hanno solo la finalità di presentare studi e documentazioni sugli aspetti territoriali dell’economia del Paese e non certamente finalità di contrapposizione ai Governi Regionali che possono benissimo dotarsi di Osservatori Economici propri. Per questo, in difesa e a tutela del lavoro di funzionari dello Stato, presenterò un’interrogazione al Ministro dell’Economia Tremonti chiedendogli di assumere una posizione ufficiale dalla parte dei funzionari della struttura lucana della Banca d’Italia contro le incursioni politiche di De Filippo per evitare di diffondere sfiducia nella massima istituzione bancaria e di credito del Paese, una sfiducia che avrebbe serie ripercussioni anche nel mondo imprenditoriale lucano. Il Governatore deve convincersi, mostrando il rispetto dovuto alle istituzioni – sottolinea Digilio – che fino a quando il Pil è calcolato attraverso indicatori-parametri socio-economici adottati dalla Banca d’Italia e dal Ministero dell’Economia in stretta sintonia con l’Unione Europea, sarà pure “obsoleto” come dice, ma non può cambiarlo a suo piacimento. Del resto, nella sua lezione di economia non ha rinunciato a farci la “lista della spesa”, il solito elenco di provvedimenti, progetti e programmi che dovrebbero attenuare la disoccupazione per i giovani che non sognano di scaricare le cassette e per promuovere nuove attività produttive. Prenda atto però che non sono serviti a nulla perché il Pil lucano in un anno è sceso del 4,5% e ci fa rientrare nel gruppo delle 34 regioni dell’Ue classificate come aree di sottosviluppo. Sono convinto – conclude – che la guerra di De Filippo alla Banca d’Italia è segno di autentica difficoltà, oltre che ulteriore segnale che la sua campagna di immagine non funziona”.

BAS 05

    Condividi l'articolo su: