Estendere gli impegni rivolti al Governo per l’allentamento del Patto di stabilità per i comuni, le province e le Regioni, contenuti nella mozione presentata da 70 senatori del Pd ed approvata in aula, per fare in modo che dal Patto siano tenuti fuori le royalties derivanti a Regioni e Comuni da petrolio e gas e i fondi destinati al completamento dei lavori di ricostruzione del terremoto 1980: è l’iniziativa avviata in Senato dal senatore Egidio Digilio (Fli) componente della Commissione Affari Istituzionali del Senato.“La mozione – sottolinea Digilio – così come è stata definita dai colleghi del Pd è senza dubbio un atto importante per rivendicare dal Governo Monti l’introduzione di alcune modifiche urgenti alle norme che regolano i vincoli del Patto di stabilità che hanno paralizzato l’attività degli enti locali con l ripercussioni sulle imprese e sui cittadini. La mozione non contempla le specificità della situazione lucana. Per questa ragione, raccogliendo la volontà del Presidente De Filippo di rivendicare la liberazione dei fondi delle royalties e quelli destinati ai comuni terremotati, esprimo la piena disponibilità di servizio per la mobilitazione. Credo però che questa è l’occasione per andare fino in fondo nel senso che se il Governo dovesse continuare a rinviare ulteriormente il primo incontro sul Memorandum d’Intesa – dice il senatore di Fli – non resterebbe che un atto di ‘disobbedienza civile’ quale lo sforamento del Patto da parte della Regione, come è già avvenuto in altre parti del Paese. Non possiamo permettere che una quota-percentuale già misera derivante dall’estrazione e produzione di idrocarburi sia bloccata dalla Tesoreria dello Stato senza dare nulla in cambio delle tante promesse contenute nel Memorandum d’Intesa. E’ come se una delle parti contraenti un contratto non rispetti alcuna delle clausole sottoscritte e quindi per rivendicare i diritti delle nostre comunità che convivono con i rischi e i danni del petrolio e di quelle che attendono ancora di completare i lavori di ricostruzione di immobili distrutti dal sisma nel lontano 1980 non abbiamo altra arma dello sforamento”.
bas 06