“Dispiace constatare che invece di assumersi la responsabilità politica prima che istituzionale per la nomina del Presidente dell’Ente Parco Appennino Lucano, De Filippo, facendosi scudo degli uffici regionali, si nasconda dietro normative di legge che, dovrebbe pur sapere, hanno registrato sentenze differenti da Tar regionali e Corte Costituzionale. Per citarne alcune, la Corte costituzionale (sentenza 255/2011) ha dichiarato che non spettava né allo Stato né al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare la nomina del Commissario straordinario dell’Ente Parco nazionale del Gargano; sentenza analoga (la n. 264/2011) per il commissario e poi presidente del Parco Alta Murgia sempre in Puglia; in precedenza (27/2002) è avvenuto per il Parco Arcipelago Toscano. Al contrario, il Tar di Salerno ha sospeso le nomine dei presidenti degli enti parco recentemente nominati dalla Regione Campania come ha riferito il vicecapogruppo del Pd in Regione Campania Umberto Del Basso”. Lo afferma il sen. Egidio Digilio (Fli).
“Dunque se per la figura del Direttore del Parco è tassativamente prevista una sorta di procedura concorsuale sia pure indiretta (iscrizione all'Albo dei Direttori), nulla vieta al Ministro dell'Ambiente e al Presidente della Regione prima di decidere il nome, di individuare i caratteri professionali e come dire biografici e di curricula vitae del futuro presidente e su quello elencare dei nomi da porre al confronto con tutti i soggetti interessati locali e non. Questa procedura sicuramente più trasparente e meritocratica richiede una autocritica seria sulla passata gestione da parte di tutti (partiti di maggioranza e opposizione, amministratori locali – regionali e Ministri, associazioni ambientaliste, mondo delle professioni, università e perché no anche la comunità locale); ci vuole una riflessione seria sul modello di governance del parco e sulle finalità che deve avere un parco nazionale; la individuazione delle caratteristiche politiche e professionali del presidente dovrebbero derivare proprio dalla riflessione dei prime due punti. Proprio come è accaduto lo scorso anno per iniziativa del Presidente della Regione Piemonte Cota – aggiunge Digilio – che ha pubblicato un avviso pubblico per la nomina dei Presidenti di aree protette. Ma invece si è scelta la strada che fa più comodo a suggellare il Patto con il Pdl. De Filippo dovrà spiegarlo adesso ai senatori del suo partito Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, noti “ecodem”, che a dicembre scorso hanno presentato un’interpellanza contro l’operato del commissario e presto Presidente Totaro che non contempla alcun riconoscimento di competenza: “Allo stato attuale risultano insufficienti le azioni di vigilanza, quelle sui monitoraggi ambientali e contro l'inquinamento da idrocarburi, mentre sono sempre più evidenti le interferenze dovute alle confliggenti attività industriali con il Parco nazionale Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese”. E ce n’è anche per la Giunta Regionale: “alla precarietà delle figure apicali dell'Ente Parco corrisponde anche il mancato insediamento della Comunità del parco da parte della Regione Basilicata, che contribuisce a rendere più fragile il ruolo, la funzione e la gestione dell'area protetta”.
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