“Il linguaggio criptato del sen. Belisario, componente del Copasir e dirigente di primo piano di IdV, è identico a quello usato dall’assessore Restaino che attraverso la sua ormai celebre affermazione di “procura parallela” nei palazzi della Giunta Regionale, ha innescato la miccia di una crisi politica che adesso si vorrebbe, pateticamente, ridurre ad una sorta di “abbiamo scherzato”, mettendo persino in discussione la cosiddetta discontinuità e quindi accreditando la tesi che non ci sarebbe più alcun bisogno di una nuova giunta De Filippo”.
E’ quanto afferma in una nota stampa il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio, per il quale “il sen. Belisario nell’intervista di oggi al direttore del Quotidiano della Basilicata, proprio perché persona informata dei fatti, non può fare affermazioni forti come tirare in ballo 'la fitta trama di intrecci' che troverebbero conferme nelle inchieste Toghe lucane uno e bis oppure riferirsi a 'schemi di potere, scelte di uomini che l’hanno esercitato' e poi ritirare indietro il braccio. Se sa qualcosa, lo dica prima al Copasir e poi all’intera società lucana. Le inchieste Toghe Lucane hanno già prodotto guasti profondi nella politica, nelle istituzioni e nella nostra comunità sino a determinare un’autentica sindrome da poter accettare passivamente l’idea che chiunque abbia disco verde per accrescere il clima del sospetto senza risponderne. Io non ho avuto alcuna esitazione, quando sono stato chiamato direttamente in causa, ad ammettere di aver favorito l’incontro di un magistrato con la segreteria del Presidente della Camera come, sempre chiamato in causa questa volta per una mia iniziativa ispettiva da parlamentare, ho diffuso ai giornali copia integrale della interrogazione 'incriminata'. Chiedere pertanto atteggiamenti altrettanto trasparenti a colleghi che si riempiono la bocca di questione morale senza rimuovere la trave che hanno nel proprio occhio, non mi sembra – dice Digilio – chiedere la luna. Quanto agli aspetti politici dell’intervista di Belisario, la contraddizione più forte delle sue parole è facilmente riscontrabile nell’affermazione che il rimpasto di Giunta non è un problema prioritario, in sintonia con le recente dichiarazioni del Presidente De Filippo. Ma come, prima promuove il patto della Tettoia e poi- conlude Digilio- costretto a lasciare la scena da attore principale perché nessuno nel suo partito gliel’ha chiesto, fa marcia indietro sostenendo che, a condizione che non si allarghi la maggioranza, tutto può procedere come se non fosse successo nulla?. Il vecchio giochetto di spaventare il Presidente e il Pd, specie per il partito che ha già incassato postazioni di potere e ne vorrebbe altre, è sin troppo scoperto e per ciò inutile”.
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