Digilio e Coviello (Fli) su tribunali Melfi e Lagonegro

“Quella che si vorrebbe far passare per misura di rigore economico, la soppressione dei cosiddetti piccoli Tribunali, tra i quali in provincia di Potenza, le sedi di Melfi e Lagonegro, altro non è che un appesantimento della macchina giudiziaria a discapito dei cittadini, in quanto le cause pendenti avanti agli stessi piccoli Tribunali non scompariranno e il carico di lavoro per singolo cancelliere e per singolo magistrato rimarrà immutato”. E’ quanto sostengono in una nota congiunta i coordinatori regionale Egidio Digilio e provinciale di Potenza di Fli Rocco Coviello.
“Per restituire snellezza ai riti civili e penali, ottimizzare le strutture esistenti ed investire nella giustizia, ci vogliono – dicono i dirigenti di Fli – ben altri provvedimenti. Di fatti nessuno disconosce la necessità di recuperare l’efficienza della giustizia, ritenendolo un obiettivo prioritario. Ma non riteniamo che sia questo il giusto punto di partenza. Le disfunzioni della giustizia potrebbero essere risolte con altri interventi. Ci sono altri parametri fondamentali che determinano l’efficienza della giustizia, come ad esempio la celerità dei processi, che può essere incrementata restituendo snellezza ai nuovi riti civili e penali. Per questo, è necessario investire nella giustizia, non pensando di risolvere i problemi solo con tagli o soppressioni”.
A parere di Digilio e Coviello “la logica dell’eliminazione dei tribunali minori, dunque, da sola non basterebbe. La presenza degli uffici giudiziari sul territorio rappresenta l’ultimo baluardo dello Stato. E come sostengono i presidenti degli Ordini forensi di Melfi e Lagonegro la loro soppressione equivarrebbe ad una scelta disastrosa che oltre a eliminare un presidio di giustizia cancellerebbe un presidio di civiltà. La recente convenzione tra Provincia di Potenza e Tribunale del capoluogo con la quale si mette a disposizione degli Uffici Giudiziari personale della Provincia – concludono i dirigenti di Fli – è un’esperienza che può rappresentare una risposta all’esigenza del Ministero di Grazia e Giustizia di ridurre le spese di funzionamento”.

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