“Non deve sfuggire che l’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha calcolato l’incidenza percentuale del debito sulle entrate correnti dei 118 Comuni capoluogo di provincia, per la Città di Potenza conferma una situazione preoccupante: il debito pro-capite dei potentini è pari a 1.775 euro, con una percentuale di debito sulle entrate correnti del 153,5 per cento”. A sottolinearlo in una dichiarazione congiunta sono Egidio Digilio e Rocco Coviello (Fli) per i quali “anche se l’indagine non rileva nulla di nuovo al punto che la città di Potenza non è in graduatoria tra le città più indebitate e né tra quelle più virtuose, pertanto non è citata nei servizi giornalisti ci, il dato è comunque da tenere ben presente specie in vista del federalismo municipale. Fli – aggiungono – non condiziona la sua posizione politica al giudizio dell'Anci di Santarsiero. In Parlamento – spiega Digilio – abbiamo proposto problemi seri indipendentemente dai comuni, ma se gli enti locali chiedono di aumentare le tasse a noi non sta bene. Le risposte alle richieste dell'Anci non sono le risposte ai nostri emendamenti. Per il resto, Fli insisterà sulla riduzione della cedolare secca al 19 e al 15% e su una corposa detrazione per gli inquilini. Nella versione attuale del decreto, la cedolare secca consiste in un'aliquota unica al 23% (20 per i canoni concordati) sul reddito da locazione, che varrà già per quest'anno e potrà essere applicata su base volontaria. Il governo ritiene tuttavia che la cedolare secca possa autofinanziarsi grazie all'emersi one degli immobili affittati in nero. Siamo al gioco delle tre carte perché – afferma Digilio – a luglio la cedolare doveva costare 2,8 miliardi, a dicembre 1 miliardo e ora 3 miliardi, coperti addirittura con l'emersione, cosa che non si potrebbe fare in base all'articolo 81 della Costituzione. Uno dei terreni di confronto che continuiamo a tenere aperto con i sindaci – conclude – riguarda le condizioni per lo sblocco delle addizionali comunali e il meccanismo per fissare l'aliquota dell'imposta municipale unica (Imu) sugli immobili, che scatterà nel 2014 e sostituirà, secondo la relazione tecnica del Governo, un nutrito insieme di tributi”.