Anche le problematiche di carattere sociale al centro dell’attività illustrata nella relazione annuale del Difensore civico Catello Aprea. Circa mille i casi affrontati nel 2011
Nel 2011 l’Ufficio del Difensore civico regionale ha trattato circa 1.000 casi, confermando il dato degli anni precedenti. E’ quanto emerge dalla relazione che il difensore civico regionale, Catello Aprea, ha inviato ieri ai presidenti della Giunta e del Consiglio regionale per illustrare i dati sull’attività svolta nel 2011 ai sensi dell' art. 11 della legge regionale n. 5/2007. “Il nucleo centrale di tale attività – spiega Aprea – è rappresentato ovviamente dai casi formalizzati in fascicoli sottoposti ad istruttoria, con conseguenti eventuali azioni nei confronti degli enti pubblici coinvolti. A tale attività formale va aggiunta quella, non registrata e di cui, pertanto, non si conserva documentazione cartacea, svolta in via informale attraverso numerosi contatti, per lo più telefonici, con cittadini che chiedono semplici informazioni, indicazioni operative e consigli”.
Quanto all’esito degli interventi, nel documento si evidenzia “che i fascicoli chiusi con esito pienamente favorevole per il cittadino, rappresentano il 51,6 % delle pratiche definite. Come negli anni precedenti, anche nel 2011 la maggior parte delle istanze pervenute riguarda, nell’ordine, gli enti locali (46,5%), gli uffici regionali (18,4%), gli enti subregionali (15,7%), le Amministrazioni periferiche dello Stato (15,1%), le società erogatrici di servizi (4,3%). Dalla distribuzione dei casi per materia, emerge in misura sempre più significativa che le aree tematiche che più frequentemente determinano l’oggetto dell’istanza investono problematiche di carattere sociale, trasversali a molti degli Enti destinatari di questo rapporto e hanno per lo più come denominatore comune la fragilità degli esponenti. Infatti le istanze che a vario titolo (assistenza pubblica, casa, benefici economici, pensioni sociali, invalidità civile ecc.) concorrono a rappresentare il settore delle ‘Prestazioni sociali’ costituiscono circa il 15% di tutte le istanze presentate nel corso dell’anno. Il dato, pur trovando spiegazione nel fatto che la difesa civica è in particolare funzionale alle esigenze di quella parte della popolazione che, trovandosi in condizioni di debolezza, non riesce ad esercitare i propri diritti o a fare valere i propri interessi, indica che la grave crisi che ha colpito il Paese ha acuito, nonostante le misure realizzate a contrasto dalle Istituzioni, le situazioni di disagio economico e sociale esistenti, creandone di nuove”.
“Un’altra area molto interessata dalle istanze dei cittadini – si legge ancora nel documento – è quella dell’Ambiente. L’ordinamento giuridico riconosce particolare forza e intensità al diritto di accesso in materia ambientale. Nonostante ciò, sono ancora forti le resistenze opposte dalla pubblica amministrazione alla richiesta di trasparenza in questo settore. Un rimedio è offerto dall’art. 7 del Decreto legislativo n. 195/205. La norma, utilizzata più dalle associazioni ambientalistiche che dai singoli cittadini, prevede che contro il diniego espresso o tacito, dell’autorità pubblica, il richiedente può presentare ricorso, secondo la procedura stabilita dall’art. 25, comma 4 della legge 241/90, al Difensore Civico competente per territorio, nel caso di atti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali e degli enti subregionali. Consistente è anche il numero delle richieste di riesame del diniego di accesso agli atti amministrativi ex art. 25 comma 4 della legge 241/90 (11,9%), mentre quello delle richieste di nomina di un Commissario ad acta e ex art. 136 del D.lgs 267/2000 si attesta sul 2,7% del totale dei fascicoli pervenuti”.
I Dipartimenti regionali più coinvolti sono stati i Dipartimenti Presidenza della Giunta (29,4%) il Dipartimento Sicurezza Sociale (23,5%) e il Dipartimento Formazione e Lavoro (14,7%). Il rapporto tra le istanze provenienti dalla provincia di Potenza (78,9%) e quelle provenienti dalla provincia di Matera /(21,1%) si mantiene costante. I tempi medi di risposta delle Amministrazioni si aggirano sui trenta giorni.
“Nel 2011 – afferma ancora Aprea – il tema dominante del dibattito sulla Difesa civica, a livello nazionale e locale, ha riguardato la ristrutturazione della rete della Difesa civica operante sui territori che consenta una proficua collaborazione tra i Difensori Civici territoriali e i Difensori Civici regionali e supplisca al vuoto determinatosi in seguito alla soppressione della figura del Difensore Civico comunale disposta dalla legge finanziaria 2010. Gli effetti negativi della citata legge si sono avvertiti anche nella nostra regione, dal momento che sono venuti meno due importanti presidi della Difesa civica di prossimità: gli Uffici dei Difensori Civici comunali di Potenza e Matera. Per sopperire in qualche modo a tale carenza, si è assicurata una maggiore presenza fisica del Difensore civico nella sede di Matera e, nel contempo, si è potenziata l’ azione di pubblicizzazione dell’ istituto mediante una massiccia diffusione su tutto il territorio regionale e nelle scuole di opuscoli e pieghevoli che ne illustrano il ruolo e le attribuzioni”.