Il capogruppo di Sel suggerisce di tener conto di quanto espresso da istituzioni e cittadini e di intitolarla a Placido Rizzotto
“Invece di riaprire il Cie a Palazzo San Gervasio senza tenere conto della contrarietà espressa da istituzioni (compreso la Regione), associazioni e cittadini, è il caso di pensare a ben altro uso e di intitolare la struttura a Placido Rizzotto, sindacalista socialista ucciso dalla mafia corleonese per aver difeso le ragioni dei contadini di fronte al grande latifondo”.
E’ la proposta del capogruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, ricordando che l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati con apposito decreto di destinazione l’ha assegnata allo Stato.
“L'area, un tempo commerciale e industriale – continua Romaniello – è infatti uno dei 14 beni che l'Agenzia gestisce in Basilicata, un ‘patrimonio’ regionale decisamente inferiore rispetto alle altre regioni del Sud Italia e di percentuali infinitesimali rispetto al complessivo italiano di 11mila beni. Dopo una confisca decisa in Cassazione nel 2003, l'area di Palazzo fu assegnata al Comune che ne fece centro di accoglienza. Con le 'primavere arabe’ e l'ondata migratoria di maghrebini, il Ministero dell'Interno, tramite la Prefettura, ha preso in gestione l'area, ristrutturandola, ed adibendola a Cie. Destinazione che ha mantenuto anche quando si e' svuotato”.
“Da quel momento il Comune ha manifestato l'intenzione a rinunciare al bene, con un comportamento che – afferma Romaniello – va decisamente censurato, con l’invito ai cittadini a chiederne conto al sindaco. Adesso il Ministero dell’Interno ha accelerato l’investimento per riaprirlo prima possibile. La mia proposta è invece di pensare ad una diversa utilizzazione della struttura sicuramente a fini sociali, da decidere nello specifico con la comunità di Palazzo, e per questo di intitolarla a Placido Rizzotto, certamente non come fatto formale”.