Acquedotto Lucano ritiene "prioritaria l’azione di efficientamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, ed ha predisposto un piano di ristrutturazione e adeguamento supportato da importanti investimenti attraverso fondi del Programma Operativo Fesr 2014-2020 e di quelli compresi del Patto per la Basilicata e Piano Sud". E' quanto si elgge in un comunicato stampa di AL.
"Nell’ambito del Quinto rapporto sull’attuazione della Direttiva 91/271/CE in Italia, la Commissione Europea, con il parere motivato del 31 marzo 2014, ha censito 817 agglomerati non conformi in termini di collettamento e processi depurativi, per i quali ha avviato una procedura di infrazione comunitaria. Di questi 817 agglomerati sparsi sul territorio italiano, ben 500 interessano le regioni del sud; in Basilicata sono 40 gli agglomerati sottoposti a procedura di infrazione.
Il piano degli investimenti che Acquedotto Lucano ha predisposto d’intesa con la Regione Basilicata consentirà di superare le attuali criticità e proseguire un’azione di risanamento avviata sin dal 2003, quando la società ha acquisito per la prima volta in gestione 150 depuratori, all’epoca funzionanti ma che necessitavano di interventi consistenti, su un totale di 266 censiti. I restanti impianti non furono presi in gestione in parte perché non completati, in parte perché mai entrati in esercizio (per la mancanza di collettamento del refluo, per il mancato collaudo o per la mancanza di energizzazione) e in parte perché dismessi. Dal 2003 ad oggi Acquedotto Lucano, oltre ad avere effettuato interventi sui 150 depuratori presi in gestione, ha provveduto all’avviamento o alla riattivazione di altri 20 depuratori, oltre che di 50 impianti di sollevamento fognario, in prevalenza lungo le coste jonica e tirrenica, consentendo il collettamento verso i depuratori del refluo prodotto in numerosi abitati che, in passato, non veniva trattato".
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