DC: SU COMMISSIONE PONTIFICIA SU ATTIVITA' SANITARIE CATTTOLICHE

Intervento di Giuseppe Potenza, DC-LibertasLa decisione di Papa Francesco di istituire una Commissione speciale, che ha voluto chiamare «Pontificia Commissione per le Attività del Settore Sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa», avrà ripercussioni anche in Basilicata dove la presenza di strutture sanitarie che fanno capo ad istituti religiosi è significativa, a partire dal Don Uva di Potenza, al Don Gnocchi ad Acerenza, per le convenzioni dell'AO San Carlo con il Bambino Gesù di Roma e l'Università Cattolica, centri ed istituti di formazione per disabili. Oltre ad affrontare i problemi di difficoltà finanziaria che specie per il Don Uva si intrecciano con quelli occupazionali e di continuità di importanti servizi e prestazioni che solo il Don Uva è in grado di garantire, l'auspicio è che si colga questa occasione per ridisegnare compiti e funzioni della cosiddetta sanità cattolica in attività in Basilicata da mettere in rete nel Servizio Sanitario Regionale. Intanto registriamo che il progetto, affidato al segretario di Stato Pietro Parolin, è diverso da quello ipotizzato nel precedente Pontificato dall’allora segretario di Stato Tarcisio Bertone, che aveva pensato a una sorta di holding centralizzata, in cui sarebbero dovute confluire le attività sanitarie. Invece il nuovo organismo mira proprio a mantenere le attività negli istituti religiosi che le hanno promosse. Confidiamo nelle finalità della Commissione così come sono delineate dal Papa allo scopo di contribuire alla più efficace gestione delle attività e alla conservazione dei beni mantenendo e promuovendo il carisma dei Fondatori che hanno perseguito principi di solidarietà e per stare al tema centrale di questo Giubileo di misericordia verso le categorie più deboli e i malati. Purtroppo nel corso degli anni i nobili principi cristiani hanno trovato non poche deviazioni per responsabilità e scelte di chi ha amministrato e diretto le case di cura e di settori della politica regionale. Partendo dal patrimonio attuale della sanità cattolica inteso come capacità professionali ed assistenziali, personale, immobili e strutture, è possibile rilanciarne le funzioni con nuovi modelli operativi, in sintonia con la Dottrina Sociale della Chiesa, a patto che la Giunta Regionale non si limiti solo a finanziare le importanti attività ma definisca una programmazione per l'integrazione con le altre strutture pubbliche e private esistenti, anche con un piano di nuova occupazione qualificata e specializzata, nella massima trasparenza. Del resto i continui tagli statali alla sanità lucana non consentono più sprechi per finanziare cure inappropriate e non sono in grado di finanziare due modelli sanitari (pubblico e religioso). Per il Don Uva infine ci attendiamo il superamento dell'attuale clima di incertezza. bas 03

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