DC, IL NUOVO ANNO DI IMPEGNO INTORNO ALLO SCUDO CROCIATO

Intervento di Giuseppe Potenza, presidente Comitato Nazione iscritti DC 1992-93

Quanti cattolici hanno ascoltato in questi giorni di feste le parole del Papa e quanti si sono chiesti se quelle parole erano dirette a loro? Comodamente seduti davanti a tavole imbandite, in case rassicuranti e ben riscaldate, le parole del Papa forse sono scivolate su coscienze impigrite. Per noi l'anno che comincia, dopo quello appena finito tra delusioni, declino e speranza, riparte da un obiettivo : Politica è mettersi assieme per un progetto. Il gran «dovere» politico dei cattolici: immischiarsi e ricostruire. Sono le ragioni di un impegno che ci vedranno di nuovo in Tribunale a Potenza il 24 febbraio prossimo nell’udienza preliminare (giudice Giuseppe Losardo) per l’esame dell’esposto presentato dal Comitato Nazionale degli iscritti della DC 1992-93 che chiama direttamente in causa Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco, Angelino Alfano, e tanti altri che continuano ad usare il simbolo storico della DC. Al Tribunale di Potenza chiediamo prioritariamente e quindi prima di entrare nel merito di inibire l’uso del simbolo della Dc e di farlo in tempi rapidissimi tenuto conto che nella primavera prossima sono in calendario nuove elezioni amministrative e quindi sarà necessario stabilire la titolarità del simbolo. Dal 1992 è accaduto infatti che in tanti si sono autonominati rappresentanti della DC o comunque hanno usato impropriamente il simbolo dello scudo crociato, individuando sedi solo formali e promuovendo iniziative sporadiche. Per questa ragione, come gli unici rappresentanti della DC perché iscritti al 1992-93 ci siamo posti il preciso obiettivo di riorganizzare il Partito, eleggendo gli organi nazionali, regionali, provinciali e locali, applicando fedelmente lo Statuto della D.C., ovviamente senza discostarci da quanto dettato dalle Sentenze che hanno contraddistinto la fine dell'iter giudiziario. Vi è l’esigenza quindi, di tutelare l’interesse pubblico sia nell’esercizio del diritto permanente di partecipazione (art. 49 Costituzione), sia la salvaguardia dei diritti ideali, politici, patrimoniali, degli associati al partito (art. 36 c.c.) che si sono visti privati illegittimamente delle loro prerogative”.
bas 03

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