Dal 29 al 31 agosto, ad Aliano, “La luna e i calanchi”

La forza della poesia e la forza del luogo, l'idea che bisogna partire da una fonte che sia nostra, ecco Aliano, ecco non una carrellata di grandi artisti, ma un'esperienza aperta all'impensato, una tre giorni di cose intime e di passioni civili.
Con queste premesse gli organizzatori del festival "La luna e i calanchi" avviano ad Aliano, dal 29 al 31 agosto, "una cerimonia dei sensi contro l'autismo corale. La paesologia festeggia un paese e i suoi abitanti, festeggia i cardi, i lampioni, i muri nuovi e quelli antichi. Tre giorni in cui il sud creativo prova anche a essere un sud corale. Un festival leopardiano, una serena obiezione alla modernità incivile. Ci saranno oltre cento ospiti e almeno duecento visitatori provenienti da tutta Italia. Ad Aliano – dicono gli organizzatori – c'è un'altra idea di pubblico. Non spettatori, ma turisti della clemenza, attori di una rivoluzione lieta, senza ire. Ad Aliano ci congediamo dal vecchio secolo, entriamo nell'epoca dei luoghi, indichiamo un piccolo paese come capitale di un grande sogno: l'Italia come luogo di raduno degli spiriti insofferenti alla dittatura dell'economia. Abbiamo bisogno di partire da un posto preciso. Fare comunità, anche se comunità provvisorie. E rompere gli steccati delle discipline, rompere la grande separazione della politica dalla poesia. Per questo – ricorda una nota – avremo insieme Fabrizio Barca e Antonio Infantino, Franco Cassano e Rocco Papaleo, Ulderico Pesce e Piero Bevilacqua, Vito Teti e Andrea Di Consoli, Francesco Erbani e Daniele Sepe, Rocco De  Rosa e Franco Arminio. La festa della paesologia non ha bisogno di proclami, è un racconto senza approdi predefiniti".

bas 07

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