"In attesa di conoscere le conclusioni dell’incontro convocato dal Presidente Pittella sul futuro dell'ospedale di Villa d'Agri, condividendo le preoccupazioni del Comitato Uniti per la Val D’Agri che riprende la “storica” battaglia del Csail a difesa della struttura ospedaliera del comprensorio petrolifero, ribadiamo l'esigenza di focalizzare l’attenzione per l’integrazione ospedale-territorio e per la continuità della cura che il Piano Sanitario Regionale ha identificato quali principali obiettivi che il sistema sanitario deve raggiungere per garantire la continuità della cura". Così, in un comunicato, Filippo Massaro, portavoce Csail.
"A breve-medio termine si pone prioritariamente la necessità di allontanare i “sospetti” sul progressivo smantellamento di unità operative, reparti, servizi e prestazioni ospedalieri. Non ci fidiamo dell'assessore Flavia Franconi che in più occasioni ha fatto annunci non mantenuti e per questo aspettiamo il Presidente Pittella ad indicare con chiarezza progetti ed azioni da svolgere. In proposito sottolineiamo positivamente la volontà di consultazione delle comunità locali proprio per scongiurare “strappi” con la gente. Gli obiettivi per la realizzazione della continuità della cura sono raggiungibili attraverso un processo di trasformazione che prevede la riorganizzazione di strutture, metodologie, attività operative, logiche ed approcci, che a grandi linee tra l’altro prevedano: riorganizzazioni con il passaggio da una logica prestazionale ad una logica di “presa in carico” ; riorganizzazioni dell’attività clinica-assistenziale per patologie complesse, croniche, anziani, …; riorganizzazione dell’attività clinica-assistenziale in termini di possibilità di contrastare il fenomeno dei ricoveri ripetuti, contenendo inefficienze in termini di spese e costi elevati con conseguente razionalizzazione delle risorse; definizione e realizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per patologie e situazioni complesse (anziani, Alzheimer, ecc). L’Azienda Sanitaria di Potenza deve perciò garantire ai cittadini di sentirsi presi in carico e pensati anche nella fase di riammissione al territorio e nella fase di assistenza domiciliare, che dev’essere percepita altrettanto sicura e con le stesse garanzie dell’assistenza ospedaliera ma collocata in un ambiente protetto e accogliente, adatto ad una lungodegenza o a cure a bassa complessità, in cui giocano un ruolo fondamentale oltre al medico di base anche la famiglia, o chi assiste e si prende cura del paziente.
Su questo Villa d’Agri non parte da zero: l’Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), nello “Screening” di 1200 ospedali italiani, ha segnalato le buone performance dell’Ospedale di Villa d’Agri. Si smentisce il luogo comune che tutti i piccoli ospedali sono da chiudere perché non in grado di garantire qualità di prestazioni e professionalità del personale. Il “modello Villa d’Agri” dimostra tutto l’opposto: ictus, infarto, artroscopia del ginocchio, patologie che grandi e piccole strutture possono fronteggiare. Tra deficit del Sistema sanitario nazionale e storie di malasanità viene da chiedersi se i piccoli ospedali siano delle risorse preziose per chi vive nel territorio o dei rischi per la sicurezza. Nell’ospedale di zona della Val d’Agri, con un bacino d’utenza molto più ampio la risposta è nei dati ufficiali forniti dall’Agenas. Quasi tutti i parametri presi in considerazione sono positivi. Ciò conferma che abbiamo unità operative che meritano l’eccellenza per competenza e professionalità degli operatori medico e paramedico. E’ urgente e doveroso per i Medici di base che facciano la loro parte divulgando ai pazienti la reale funzionalità e l’eccellenza dell’ Ospedale del Territorio Valdagrino. Adesso, senza ulteriori indugi, si devono accelerare gli interventi previsti per il Centro di Salute Ambientale e l’impianto di risonanza magnetica".
bas 02