CSAIL: DIFENDERE I PICCOLI OSPEDALI

“Il depotenziamento del servizio di pediatria del presidio ospedaliero di Chiaromonte, come denunciano legittimamente le madri dei 17 comuni dell’area del senisese-Pollino, è l’identica situazione che da tempo stanno vivendo le madri dei 10 comuni della Val d’Agri per effetto della chiusura nell’ospedale di Villa d’Agri del Punto Nascita”. Lo sostiene il Csail in una nota a firma del portavoce Filippo Massaro che esprime “piena solidarietà e sostegno alle proteste delle donne del comprensorio di Chiaromonte. Siamo di fronte ad una precisa volontà – continua – di svuotare di funzioni i cosiddetti piccoli ospedali che in zone interne e svantaggiate della nostra provincia hanno invece compiti essenziali. A Chiaromonte come a Villa d’Agri – dice Massaro – il piano strisciante dell’assessore alla Sanità Flavia Franconi punta alla trasformazione da ospedale in una sorta di poliambulatorio con pochi servizi in funzione. Quello stesso assessore che pretende di tranquillizzare le mamme con l’eliambulanza che sarebbe “sempre disponibile”. Vorrei ricordare che in questi giorni “celebriamo” l’anniversario degli impegni dell’Assessore Franconi per il potenziamento dell’Ospedale di Villa d’Agri (delibera gennaio 2015, un milione e 281 mila euro a favore dell’Asp per l’acquisto di un impianto di risonanza magnetica e di apparecchiatura per esami urodinamici tesla). Invece, le richieste puntualmente sottoposte alla “direzione strategica” per l’acquisto di strumenti (decisamente meno costosi e decisamente necessari) vengono disattese e in alcuni reparti non si riesce ad avere neanche una scrivania per visitare i pazienti. La situazione è decisamente aggravata dalla carenza di personale sanitario: quelli che vanno in pensione non sono sostituiti, con un conseguente impoverimento di risorse professionali e se tutto questo non dovesse bastare altre risorse vengono trasferite d’ufficio presso altre strutture ospedaliere dell’Asp sottoponendo i malcapitati a viaggi fortemente disagevoli. Le poche professionalità rimaste nel P.O. di Villa d’Agri sono sottoposte quotidianamente ad orari di lavoro massacranti e qualitativamente scadenti, con una sempre piu’ ridotta sicurezza per i pazienti che fiduciosi ed ignari si rivolgono alla struttura. Tutti i reparti sono sguarniti di personale, alcuni da anni sono retti dalla tenacia del singolo: basti vedere la pediatria fortemente depotenziata – continua Massaro – che da anni e’ retta e mandata avanti dal responsabile rimasto da diversi anni solo garantendo un servizio a tutta la popolazione della valle che altrimenti dovrebbe rivolgersi al “grande” San Carlo. E non si ignori – afferma Massaro – che il reparto di Ostetricia di Villa D’Agri ha effettuato 300 parti con 5 ginecologi mentre Lagonegro ne ha fatto 500 con 10 ginecologi. Per la normativa Lagonegro è in regola e Villa D’Agri no, ma analizzando i dati per carico di lavoro per operatore i ginecologi di Villa D’Agri hanno trattato 60 parti pro capite mentre Lagonegro solo 50 (E quindi a Villa D’Agri si è mantenuta una competenza è più alta per singolo operatore rispetto a Lagonegro).
Ancora, da quasi un anno e’ stato silenziosamente smantellato il servizio di endoscopia: i pazienti ricoverati che necessitano di indagine endoscopica vengono trasportati, da uno dei due autisti superstiti, all’ospedale di Melfi per poi essere riportati dopo l’esame nuovamente nell’ospedale di Villa d’Agri sottoponendo il povero paziente a 250 km di viaggio in ambulanza con enormi costi che gravitano sulla salute e tasche sui cittadini .
Lo stesso dicasi – spiega Massaro – per il bacino d’utenza esterna anch’essa costretta a recarsi presso altre strutture per sottoporsi ad indagine endoscopiche che nel nostro territorio sono indagini di non poco conto se si considera che servono per diagnosticare patologie neoplastiche molto diffuse nel nostro territorio: tumori gastrici, tumori intestinali secondari ad elevato tasso d’inquinamento ambientale “il prezzo da pagare per le estrazioni petrolifere”.
BAS04 

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