Crisi occupazionale Rendina Ambiente, sì a mozione Leggieri

“Si istituisca un tavolo di concertazione presso la Regione Basilicata per discutere della situazione con la partecipazione delle parti sociali interessate”

La crisi occupazionale alla societ&agrave; &ldquo;Rendina Ambiente srl&rdquo; al centro di una mozione approvata, oggi, dal Consiglio regionale a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, M5s, Udc, Psi, Gm e 1 astensione di Napoli del Pdl-Fi) su proposta del consigliere regionale del Movimento cinque stelle Gianni Leggieri.<br /><br />Con il documento si impegna il presidente della Giunta regionale e l&#39;assessore competente, &ldquo;a istituire un tavolo di concertazione presso la Regione Basilicata per discutere della situazione occupazionale della azienda in questione con la partecipazione delle parti sociali interessate; a predisporre le misure necessarie ed idonee per la riqualificazione della forza lavoro e al reinserimento nel mondo del lavoro nel caso di licenziamenti da parte della &lsquo;Rendine Ambiente srl&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Nella frazione San Nicola di Melfi, a seguito degli accordi che hanno portato alla realizzazione dello stabilimento Fiat (oggi Fca), nei primi anni &#39;90, &egrave; stato realizzato anche l&#39;inceneritore noto come &lsquo;Fenice&rsquo;. Da circa 2 anni &ndash; &egrave; scritto nella mozione – assistiamo ad un vero e proprio ricatto occupazionale da parte della societ&agrave; &lsquo;Rendine Ambiente srl&rsquo; che oggi risulta essere proprietaria dell&#39;azienda. Gi&agrave; nel corso del 2015 i lavoratori di &lsquo;Fenice&rsquo; sono stati costretti a firmare un contratto di solidariet&agrave; imposto di fatto dalla propriet&agrave; con la scusa di una crisi economica della stessa. I lavoratori si trovano in una situazione di particolare debolezza e sottoposti al ricatto occupazionale, senza alcuna tutela e garanzia. Nonostante tale situazione molti di loro hanno dimostrato in questi anni grande coraggio denunciando la situazione assurda in cui erano chiamati ad operare e le violazioni dell&rsquo;azienda. Oggi, tali soggetti si trovano di fronte al rischio di nuovi licenziamenti e sono sottoposti alle continue minacce dell&rsquo;azienda che ancora non ha chiarito cosa intenda fare nel futuro&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br />

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