Costituzione italiana, Pace: da salvaguardare e attualizzare

Per il capogruppo del Gruppo misto “anche la Basilicata non può non ricordare come essa oggi compie i primi 70 anni ed ha garantito democrazia, sviluppo e benessere”

&ldquo;Anche la Basilicata, che a maggioranza vot&ograve; a favore della monarchia, non pu&ograve; non ricordare come la Costituzione repubblicana che oggi compie i primi 70 anni, ha garantito democrazia, sviluppo e benessere. Pur non essendo del tutto attuata e necessitante di svecchiamento in alcune delle sue parti, quello che i padri costituenti (tra i quali anche il nostro conterraneo Emilio Colombo, ultimo tra costoro a passare a miglior vita nel 2014) ci hanno lasciato &egrave; la testimonianza della capacit&agrave; di un popolo di fare squadra e di salvaguardare i valori fondativi tramandati da secoli di battaglie, conquiste, diritti e doveri&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto sostiene il capogruppo del Gruppo misto, Aurelio Pace che aggiunge: &ldquo;E la cultura cristiana, miscelata con quella riformista, resta un punto di riferimento a cui tendere e uniformarsi. Una ricorrenza che, come hanno fatto le Istituzioni, deve essere ricordata e divulgata anche alle nuove generazioni che, troppo spesso, considerano tutto contato e acquisito, quasi tutto fosse derubricato a semplici enunciati di principio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La Costituzione italiana che compie 70 anni &ndash; continua – &egrave; un testo che nasce dalle ceneri della seconda guerra mondiale, che detta diritti inviolabili e doveri inderogabili di ciascun individuo. Resistenza e liberazione sono le tappe ultime, ma non esclusive, di un processo di crescita e di democratizzazione di uno Stato che dal Risorgimento in poi ha incarnato, pur con i limiti del tempo, i tradizionali canoni delle democrazie occidentali. E di questo gli italiani devono essere orgogliosi. &lsquo;Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove &egrave; nata la nostra costituzione – disse Piero Calamandrei nel discorso ai giovani tenuto alla Societ&agrave; umanitaria di Milano il 26 gennaio 1955 – andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque &egrave; morto un italiano per riscattare la libert&agrave; e la dignit&agrave;, andate l&igrave;, o giovani, col pensiero, perch&eacute; l&igrave; &egrave; nata la nostra costituzione&rsquo;&quot;.<br /><br />&ldquo;In queste settimane &ndash; dice Pace – il capo dello Stato, Mattarella, i presidenti delle Camere, hanno voluto aprire le stanze del cosiddetto potere a cittadini e scolaresche, per far respirare a tutti la solennit&agrave; delle Istituzioni e la simbiosi che deve esserci tra amministratori e amministrati, tra popolo e loro rappresentanti. Proprio questa simbiosi &egrave; insita in una Carta fondamentale dello Stato, in cui non ci sono pi&ugrave; sudditi, in cui il cittadino acquisisce dignit&agrave; e diritti verso uno Stato, a cui deve garantire doveri utili al mantenimento dello stesso e al suo consolidamento. E mentre, giustamente si festeggia un simile anniversario, &egrave; altrettanto doveroso ricordare i suoi padri nobili a cui tutti dobbiamo un sincero ringraziamento. Dopo aver ricordato il presidente Colombo, gli italiani non dovrebbero mai smettere di ammirare De Gasperi, Einaudi, don Sturzo, ma anche chi da sinistra e destra (Nenni, Saragat, Pertini, Terracini, Togliatti), seppero riporre nel cassetto le rispettive casacche politiche, per vestire i panni di italiani al servizio dell&rsquo;Italia&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Da allora &ndash; aggiunge – molto &egrave; cambiato, ma quello spirito non dovrebbe mai tramontare. Anche negli ultimi anni, &egrave; stato necessario un governo che comprendesse esponenti dei diversi schieramenti per garantire stabilit&agrave; in un contesto internazionale per nulla rassicurante. Gli uomini di buona volont&agrave;, come settanta anni fa, si sono ritrovati per il bene del Paese a gestire una fase non scevra dai rischi di instabilit&agrave; finanziaria e economica. Ora il peggio sembra essere passato. Il Paese, pur tra le mai sopite contraddizioni e inefficienze, &egrave; tornato a crescere e a svilupparsi a ritmi europei&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Un ennesimo monito &ndash; ancora il capogruppo del Gm – a chi pretende, da destra e da sinistra, di salvaguardare il proprio particolare, sbandierando populismi e revanscismi, a tutto detrimento di quello generale. Di certo, per&ograve;, &egrave; arrivato il momento pur mantenendo fermi i principi generali sui diritti di migliorare la parte della Costituzione che si occupa dello Stato, del suo funzionamento, della rappresentanza e delle stesse competenze regionali. Come dimostra anche l&rsquo;esperienza lucana, le Regioni, a poco meno di cinquant&rsquo;anni dalla nascita, hanno bisogno di nuovo slancio e competenze. Delegare al governo centrale finirebbe per allontanare oltremodo i cittadini dalle Istituzioni. L&rsquo;astensionismo dilagante (che si frena durante le consultazioni locali) evidenzia come occorra incentivare, responsabilizzare e delegare ai poteri locali una parte consistenze di materie e competenze&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non servono &ndash; conclude Pace – minacce di secessioni o doppi passaporti, ma solo buon senso e ragionamenti tesi a salvaguardare l&rsquo;integrit&agrave; di un Paese che ancora deve attuare del tutto i dettami della propria Carta costituzionale. In quel testo c&rsquo;&egrave; tutto. Anche la piccola Basilicata intende contribuire a migliorarla e rispettarla&rdquo;.<br />

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