Costi servizio sanitario, interrogazione di Perrino

Il capogruppo del M5s chiede di “conoscere quali provvedimenti la Giunta regionale intenda adottare per realizzare best practices reinvestendo i risparmi ottenuti nel miglioramento della qualità dei servizi prestati ai pazienti ed ai cittadini lucani”

&ldquo;Come abbiamo pi&ugrave; volte ribadito i costi del servizio sanitario regionale raggiungono cifre da capogiro, spesso senza raggiungere livelli di qualit&agrave; ed efficienza sufficienti per i pazienti lucani. Il bilancio del Ssr si attesta mediamente tra una cifra che oscilla tra 1,5 e 1,7 miliardi all&rsquo;anno di cui, circa 500-600 milioni, vengono dedicati all&rsquo;acquisti di beni e servizi&rdquo;.<br /><br />Lo afferma il capogruppo del M5s Gianni Perrino che aggiunge &ldquo;sul funzionamento della sanit&agrave; per&ograve;, aleggia lo spettro della mannaia governativa renziana: rispetto a quanto previsto dal Patto nazionale per la salute 2014-2016 (115,4 miliardi), il disegno di legge di stabilit&agrave; 2016 prevede che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) nel 2015-2016 venga definanziato per 4,4 miliardi, cifra che si aggiunge agli oltre 25 (miliardi di euro) gi&agrave; sottratti al Ssn dalle precedenti manovre finanziarie nel quadriennio 2012-2015. I tagli del governo nazionale ovviamente interessano anche il fondo per la sanit&agrave; delle regioni e produrranno una diminuzione dei trasferimenti anche per la Basilicata: la stima per il 2015 &egrave; di circa 23 milioni di euro in meno, a cui si dovrebbe aggiungere un ulteriore diminuzione di 12/15 milioni di euro per effetto delle nuove norme sui farmaci innovativi per la cura dell&rsquo;epatite C, che in Basilicata nel 2015 dovrebbero riguardare circa 500 pazienti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La nostra regione &ndash; continua – ha iniziato ad adeguarsi a queste misure ed ha chiesto alle aziende sanitarie locali di razionalizzare la propria spesa per beni e servizi, ricoveri e prestazioni di specialistica ambulatoriale, farmaceutica territoriale ed ospedaliera, al fine di produrre nel secondo semestre del 2015 un risparmio complessivo di 12 milioni di euro cos&igrave; suddivisi: 6 milioni di euro all&rsquo;Asp, 3 milioni di euro all&rsquo;Asm, 2 milioni di euro all&rsquo;ospedale San Carlo e 1 milione di euro all&rsquo;Irccs &ndash; Crob. Gli stessi direttori generali e amministrativi dell&rsquo;Asp e dell&rsquo;Asm, dell&rsquo;Azienda ospedaliera San Carlo e dell&rsquo;Irccs – Crob di Rionero in Vulture, sono stati auditi in commissione ed hanno ribadito di aver &lsquo;di aver raggiunto senza intaccare i livelli assistenziali&rsquo;. Tuttavia, come esperti del settore vanno da mesi denunciando, la &lsquo;spending review&rsquo;, lungi dall&rsquo;eliminare sprechi e inefficienze e reinvestire i risparmi per aumentare la qualit&agrave; dei servizi sanitari forniti al cittadino, si sta traducendo solo ed esclusivamente in un continuo definanziamento della sanit&agrave; pubblica che mina la qualit&agrave; dell&#39;assistenza, e, quindi, anche la salute delle persone; tagli lineari e indiscriminati stanno determinando una caduta verticale quali-quatitativa nella spesa sanitaria che sta determinando un vero e proprio smantellamento del Ssn&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Affinch&egrave; i tagli non vadano a toccare i gi&agrave; precari livelli assistenziali &ndash; continua Perrino – sarebbe opportuno porre maggiore attenzione agli esempi virtuosi, le cosiddette &lsquo;best practices&rsquo;. Una di queste arriva dall&rsquo;Emilia Romagna, dal policlinico S.Orsola di Bologna, ed a prima vista potrebbe sembrare poco convenzionale: si tratta di succo di ananas o mirtillo da usare come liquido di contrasto per quei pazienti che devono fare gli esami (risonanze magnetiche e Tac) alle vie biliari. A fronte dei 28 euro a litro del liquido di contrasto &lsquo;chimico&rsquo;, il succo di ananas o mirtillo costa solo circa 80 centesimi al litro); moltiplicando tale risparmio unitario per tutti gli ospedali del paese si arriverebbe a milioni di euro. Questa best practice &egrave; molto diffusa nei centri ospedalieri esteri, ad esempio negli Stati Uniti, in quanto il succo di ananas o di mirtillo fornisce lo stesso risultato del liquido di contrasto chimico senza i possibili (e pericolosi) effetti indesiderati; ma non &egrave; l&#39;unica iniziativa messa in campo dal policlinico S. Orsola di Bologna: dalla razionalizzazione dei servizi di ristorazione (per esempio eliminando i piatti di plastica e tornando a quelli di ceramica), di logistica e pulizie sono riusciti a ridurre i costi, ad invarianza di servizi prestati ai cittadini, per 2,5 milioni di euro e ridistribuito circa un milione ai dipendenti in busta paga&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Crediamo sia arrivata l&rsquo;ora&nbsp; -conclude – di utilizzare il nuovo inglesismo &lsquo;best practice&rsquo; per soppiantare quello pi&ugrave; odioso di &lsquo;spending review&rsquo; che, conti alla mano, viene abusato esclusivamente per pratiche a discapito dei cittadini. Soprattutto di quelli che non hanno risorse per rivolgersi alla sanit&agrave; privata. Per questo vogliamo conoscere quali provvedimenti la Giunta regionale intenda adottare per realizzare anche nel Ssr lucano le best practices poste in essere nel policlinico S. Orsola di Bologna reinvestendo i risparmi ottenuti nel miglioramento della qualit&agrave; dei servizi prestati ai pazienti ed ai cittadini lucani&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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