“Occorre trasparenza, serietà e collegialità nelle scelte”, affermano i tre componenti del Comitato delle comunicazioni che criticano l’operato della presidente dell’organismo Lamorte
“E’ necessario che si proceda in tempi brevi ad ampliare l’informazione del tg Lis anche a tutte le emittenti private che manifesteranno la loro disponibilità a voler collaborare con il Corecom Basilicata, per consentire il miglioramento di un servizio informativo importante rivolto ai tanti non udenti della nostra Regione”. E’ quanto hanno auspicato i componenti del Corecom di Basilicata, Armando Corraro, Gianluigi Laguardia e Morena Rapolla, i quali sottolineano di aver chiesto da diversi mesi alla presidente dell’organismo “di voler procedere all’audizione di tutte le associazioni dei non udenti di Basilicata, degli interpreti del Lis e delle emittenti private, per una valutazione obiettiva e complessiva delle reali necessità di persone che già svantaggiate hanno la necessità di dover essere informate compiutamente su quanto accade sul territorio regionale”.<br /><br />Secondo Corraro, Laguardia e Rapolla “è opportuno valutare con i responsabili di tutte le emittenti private e del servizio pubblico della Rai, l’eventuale disponibilità a voler contribuire e collaborare per migliorare il servizio attraverso più spazi informativi durante i notiziari o eventuali specifiche rubriche in palinsesto. Si rende inoltre necessario, dopo la pur apprezzabile fase sperimentale avviata nella rubrica ‘Buongiorno Regione’ della Tgr Basilicata (limitata però a soli 2 minuti e dal lunedì al venerdì del periodo in cui va in onda la stessa rubrica), cercare di ampliare ed estendere gli spazi informativi per tutti i giorni dell’anno al fine di venire incontro concretamente alle diverse esigenze avanzate dai fruitori del servizio”.<br /><br />“E’ necessario – aggiungono i tre componenti del Corecom – considerato il numero circostanziato delle associazioni, degli interpreti che hanno maturato titoli per redigere tale servizio e delle emittenti locali addivenire in tempi brevi a soluzioni che mirino al raggiungimento di un servizio di qualità nel rispetto della trasparenza e delle richieste dei non udenti”.<br /><br />“Nello stigmatizzare il metodo autoreferenziale portato avanti in questi mesi dal presidente Giuditta Lamorte, che solo ultimamente ed a seguito delle continue sollecitazioni dei tre componenti, si è decisa a convocare, i rappresentanti delle associazioni, degli interpreti ed i referenti delle emittenti private”, i Corraro, Laguardia e Rapolla ritengono “non più rinviabile la questione che merita trasparenza, serietà e collegialità anche rispetto alle recenti polemiche sollevata sulla stampa da alcune associazioni che non hanno condiviso il criterio di selezione per l’affidamento del servizio”.<br /><br />“Le perplessità espresse sulla stampa dal presidente nazionale dell’Associazione nazionale interpreti lingua dei segni e dalla referente regionale Tiziana Magno, circa la discutibile metodologia con la quale si gestisce il servizio del Tg Lis, affidato ad una società senza competenze specifiche (che ad oggi si è sempre occupata solo di servizi informatici) e con un solo interprete, sono pienamente condivisibili, ed erano state già espresse dalla componente Morena Rapolla nel corso del comitato tenutosi lo scorso 1 febbraio, ancora prima che scoppiasse la bagarre mediatica. “Non si può – secondo Rapolla – rosicare fino al midollo la qualità di un servizio attraverso offerte al ribasso che hanno fatto precipitare il compenso dell' unico operatore addetto al Tg lis – dai tre di partenza che si era deciso di voler preservare – dagli iniziali 50 euro alle odierne 25 euro. Cosa accadrebbe – continua Rapolla – se questo operatore dovesse ammalarsi o essere impossibilitato a realizzare un giorno il Tg Lis? A pagare lo scotto di questi eventuali disservizi – secondo i componenti del Corecom – sarebbero solo i non udenti”.<br /><br />Per queste ragioni i componenti del Corecom Laguardia, Corraro e Rapolla “ritengono che tale servizio debba essere qualitativamente apprezzabile al fine di svolgere pienamente quella mission di integrazione per il tramite di una corretta informazione, altrimenti non ha alcun senso investire i fondi dell' Agcom in un servizio che nella risposta data dalla presidente Lamorte ai referenti Animu, si legge ‘non essere un servizio pubblico essenziale’, facendolo percepire quale gentile concessione del Corecom, sulla cui qualità pertanto non si può sindacare ma solo applaudire. Tutto questo è inaccettabile”.<br /><br />Inoltre, sempre secondo i componenti Corraro, Laguardia e Rapolla “va censurata la grave compressione della collegialità – che è e deve essere alla base delle decisioni dell’organismo – a seguito della superficiale autoreferenzialità della presidente Lamorte, che ha ritenuto di fissare l'audizione con i referenti nazionali e regionali dell’Animu per lunedì 14 marzo, presso la sede degli uffici regionali, estromettendo i restanti componenti del Corecom che non hanno ricevuto alcuna comunicazione al riguardo nonostante avessero da sempre sollevato la necessità di un miglioramento del servizio. Ancor più grave il comportamento della presidente Lamorte, che di fronte alle continue richieste da parte dei componenti Corraro, Laguardia e Rapolla, di affrontare la questione nelle sedi opportune, ovvero in Comitato, non ha ritenuto opportuno inserire nella convocazione della prossima seduta fissata per il 17 marzo, alcun riferimento alle questioni sollevate anche dai referenti nazionali e regionali dell’Animu e di inserire, invece, altri punti ed argomenti da trattare, sintomo di una evidente volontà di non dare alla questione la giusta rilevanza che esige data la sua complessità”.<br />