Contenimento consumo suolo agricolo, una pdl di Navazio

L’intento della proposta di legge presentata dal consigliere regionale è di “limitare il processo di cementificazione delle aree agricole e porre fine a un trend assai pericoloso per gli assetti idrogeologici, la filiera alimentare e il paesaggio”

Il consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio ha presentato una proposta di legge mirata alla &quot;valorizzazione delle aree agricole e al contenimento del consumo del suolo&quot;, contro quel cemento che ogni giorno divora centinaia di ettari di terra.<br /><br />&ldquo;La cementificazione del territorio agricolo sta assumendo in Italia proporzioni sempre pi&ugrave; preoccupanti. La conferma &ndash; spiega il consigliere regionale &ndash; arriva dai dati Istat secondo i quali dagli anni 70 al 2010 la Superficie agricola utilizzata (Sau) &egrave; diminuita del 28% pari a 5 milioni di ettari. L&rsquo;evoluzione della Sau registra una tendenza inversa rispetto all&rsquo;andamento demografico: la Sau diminuisce mentre la popolazione aumenta. La popolazione dal 1950 ad oggi &egrave; cresciuta del 28% mentre la cementificazione &egrave; cresciuta del 166%&rdquo;.<br />&ldquo;La cementificazione, in particolare – si legge nella proposta di legge – &egrave; un fenomeno preoccupante: causa l&rsquo;impermeabilizzazione del suolo, un processo irreversibile che, oltre ad avere un enorme impatto ambientale rendendo le citt&agrave; pi&ugrave; vulnerabili nei confronti di frane, alluvioni e inondazioni, sottrae all&rsquo;agricoltura i terreni migliori sia in termini di produttivit&agrave; sia di localizzazione. La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e, ancora prima, il riconoscimento del bene suolo, quale bene comune, non solo sotto il profilo agricolo-alimentare ma anche sotto il profilo paesaggistico e ambientale – spiega Navazio – deve rappresentare un obiettivo di primaria importanza e non pi&ugrave; rinviabile, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva &lsquo;cementificazione&rsquo; della superficie agricola nazionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ogni giorno in Italia – fa rilevare il consigliere – si consumano pi&ugrave; di 100 ettari di suolo, un trend negativo e continuo che, dagli anni 70 ad oggi, ha fatto registrare la perdita di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. L&rsquo;abbandono delle terre coltivabili e l&rsquo;aumento delle aree edificate sono da considerarsi le due principali cause di questa continua diminuzione dei terreni agricoli. Sempre secondo l&rsquo; Istat, emerge come dal 1995 al 2009, i comuni italiani hanno rilasciato complessivamente permessi di costruire per 3,8 miliardi di metricubi (oltre 255 di mc l&rsquo;anno), di cui l&rsquo;80% per la realizzazione di nuovi fabbricati (il rimanente per l&rsquo;ampliamento di fabbricati esistenti) e poco pi&ugrave; del 40% per l&rsquo;edilizia residenziale. La Basilicata si attesta come la regione con il maggior tasso di incremento di suolo artificializzato con il 19%, seguita dal Molise (17%) e dalla Puglia (13%). A scala provinciale la pi&ugrave; attiva &egrave; Matera (29%) seguita da Foggia (28%)&rdquo;.<br />La proposta di legge si compone di sei articoli. Le finalit&agrave; della pdl sono contenute nell&rsquo;art 1 e riconoscono alla Regione Basilicata il compito di garantire il suolo agricolo quale bene comune e risorsa ambientale limitata non rinnovabile, riconoscendone, altres&igrave;, come lo spazio dedicato alla produzione di alimenti, alla tutela della biodiversit&agrave;, all&#39;equilibrio del territorio e dell&#39;ambiente, alla produzione di utilit&agrave; pubbliche quali la qualit&agrave; dell&#39;aria e dell&#39;acqua, la difesa idrogeologica, la qualit&agrave; della vita di tutta la popolazione e quale elemento costitutivo del sistema rurale. L&rsquo;articolo 2 provvede a definire la superficie agricola (i terreni agricoli sono tutti quelli che, in base agli strumenti urbanistici vigenti, hanno destinazione agricola, indipendentemente dall&rsquo;effettiva utilizzazione per l&rsquo;esercizio dell&rsquo;attivit&agrave; agricola), il consumo del suolo e gli strumenti di pianificazione territoriale. Le competenze della Regione per l&rsquo;elaborazione di politiche per il contenimento del suolo agricolo vengono sancite dall&rsquo;art 3 attraverso: una metodologia condivisa di misurazione del consumo del suolo agricolo che abbia come criteri principali il valore agroalimentare e le funzioni del suolo stesso, nonch&eacute; l&#39;incidenza delle attivit&agrave; che vi insistono; stabilendo forme e criteri per l&#39;inserimento negli strumenti di pianificazione previsti dalla normativa regionale di apposite previsioni di tutela del suolo agricolo e introducendo metodologie di misurazione del consumo del suolo agricolo stesso e prevedendo strumenti cogenti per il suo contenimento. L&rsquo;articolo 4 introduce meccanismi di incentivazione per il recupero del patrimonio edilizio rurale, al fine di favorire l&rsquo;attivit&agrave; di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti, invece che l&rsquo;attivit&agrave; di edificazione e costruzione di nuove aree urbane. Il divieto di cambiare la destinazione d&rsquo;uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari &egrave; introdotto dall&rsquo;art. 5. Per un periodo massimo di cinque anni &egrave; vietato il mutamento della destinazione dei terreni su cui &egrave; stata esercitata attivit&agrave; agricola e che, per essa, hanno beneficiato di aiuto di Stato. Si vuole garantire, inoltre, la conservazione della vocazione agricola dei terreni in questione, evitando che, dopo aver usufruito di misure a sostegno dell&rsquo;attivit&agrave; agricola, i terreni vengano, mediante un mutamento della loro destinazione d&rsquo;uso, sottratti all&rsquo;attivit&agrave; agricola e investiti da un processo di urbanizzazione&quot;.<br /><br />&ldquo;Con questa iniziativa legislativa &ndash; commenta Navazio – si intende dunque limitare il processo di cementificazione delle aree agricole e porre fine a un trend assai pericoloso per gli assetti idrogeologici, la filiera alimentare e, ovviamente, per il paesaggio della nostra Basilicata&quot;.<br />&nbsp;&nbsp;

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