Domani e sabato a Potenza presso il Park Hotel, in occasione del congresso congiunto delle sezioni Basilicata e Calabria del Gise, la società italiana di cardiologia invasiva si parlerà della Basilicata sanitaria come “mosca bianca nel panorama del Meridione d’Italia, una delle poche realtà con i conti della sanità in ordine, vantando eccellenze come quella nell’area della cardiologia”.
Un incontro scientifico interregionale per condividere le diverse esperienze. Tra i temi che saranno trattati, quelli relativi ad alcuni interventi di elevata specializzazione che vedono l’Unità operativa di cardiologia emodinamica dell’ospedale San Carlo all’avanguardia nel nostro Paese: l’impianto di valvola aortica transcatetere (Tavi, la chiusura del forame ovale pervio (Pfo) e dei difetti interatriali (Dia) in pazienti adulti.
“La Tavi – spiega Rocco Aldo Osanna – delegato regionale Gise per la Basilicata – è una procedura innovativa con la quale, da alcuni anni, è possibile intervenire per rimpiazzare, senza aprire il torace, la valvola aortica danneggiata. La tecnica, senza intervento cardochirurgico a cuore aperto, consente di inserire la valvola sostitutiva attraverso l’arteria femorale o la punta del cuore, praticando in questo caso una piccola incisione tra le coste”.
Al San Carlo, negli ultimi 18-20 mesi si sono compiuti circa 80 interventi Tavi, un numero significativo che pone il capoluogo lucano alla pari con realtà come Firenze o Bologna. La Giunta regionale lucana, tra le prime amministrazioni nel nostro Paese, ha recentemente riconosciuto il valore di questa tecnica di intervento. Ha deciso, infatti, in assenza di un Drg nazionale una specifica tariffa di rimborso, pari a circa 30 mila euro adeguata per gli interventi Tavi, che risultano di per sé più costosi della cardiochirurgia tradizionale, ma comportano minori costi connessi al ricovero e alla convalescenza”. “Nel nostro centro si attuano – continua Osanna – secondo le procedure più moderne anche l’intervento di chiusura del forame ovale pervio (Pfo), quello a cui è stato sottoposto il calciatore Cassano e di chiusura dei difetti interatriali (Dia) nei pazienti adulti”.
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