Salvatore Margiotta, Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, ha preso parte, in rappresentanza della Camera, alla Conferenza Internazionale sui cambiamenti climatici conclusasi nello scorso week end a Durban, in Sudafrica.
“Non condivido i toni trionfalistici -afferma Margiotta- di alcuni commentatori, in relazione ai risultati raggiunti a Durban, così come non sarebbe neanche giusto parlare di fallimento. La realtà è che si sono registrati timidi passi in avanti rispetto a Copenaghen e Cancun, che vanno certo salutati positivamente, ma sono ancora largamente insufficienti. L'UE ha ancora una volta mantenuto una posizione di leadership, molto avanzata ed abbastanza unitaria; al contrario di quanto accaduto in precedenza, peraltro, non è stata isolata ma ha coalizzato attorno a se numerosi Paesi. Ha provato, inoltre, ad incrinare la compattezza dei Paesi di fatto ostili ai protocolli e ad un impegno serio nel climate challenge, USA, Cina e Canada su tutti, ottenendo un qualche primo successo almeno sulla Cina. Gli USA, non a caso contestatissimi per tutta la settimana, purtroppo non hanno invece fatto sostanziali aperture: la primavera di Obama, che tanto aveva fatto sperare per i programmi di green economy annunciati, sembra essere già finita. In questo contesto l'Italia può e deve fare di più: il rapporto di GLOBE, organismo che raccoglie i parlamentari di 30 nazioni che si occupano di questi temi, ha evidenziato che il nostro Paese nell'ultimo anno non ha fatto nessun passo in avanti. Ciò a mio parere è dipeso dal Governo precedente, e dalla maggioranza che lo sosteneva, che, soprattutto al Senato, contava addirittura di esponenti negazionisti. Sono fiducioso che il nuovo Governo sia molto più attivo, considerata peraltro la nota competenza del Ministro Clini: il PD è pronto a supportare nella azione parlamentare le azioni virtuose che egli vorrà intraprendere”.
bas 03