A differenza delle altre imprese quelle iscritte agli Albi Artigianato delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera al primo semestre 2016 fanno registrare il segno negativo nel rapporto nati-mortalità (116 nuove iscrizioni di cui 73 in provincia di Potenza contro 132 cancellazioni di cui 72 in provincia di Potenza). Al 30 giugno scorso complessivamente le imprese artigiane attive in regione sono 10.525 di cui 7.039 in provincia di Potenza. Lo riferisce il Centro Studi Confartigianato aggiungendo che è soprattutto il comparto delle costruzioni – con 42 cancellazioni – il più colpito.
Il settore non riparte perché la domanda, del privato e del pubblico, è insufficiente – afferma Antonio Miele, presidente di Confartigianato Basilicata – la disponibilità economica di famiglie e attività produttive non consente investimenti mentre gli enti pubblici non riescono a garantire adeguati bandi d’appalto per sostenere una ripresa concreta, per non parlare delle difficoltà che sta creando il nuovo Codice degli Appalti. A ciò bisogna aggiungere la tassazione, di imprese e immobili, sempre troppo elevata –continua – e la concorrenza sleale del sommerso, data dalle imprese che hanno chiuso e che si sono riproposte in un “mondo parallelo, sempre più incontrollabile.
Gli edili artigiani, in ogni caso, puntano sempre più sulla riqualificazione degli edifici e sul recupero dei centri urbani. «Crediamo fortemente nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato – specifica il presidente – per ridare dignità ai centri abitati e offrire lavoro alle imprese. La nostra proposta è di incentivi, sgravi o defiscalizzazione sia per gli interventi di riqualificazione, sia per le attività artigianali che poi vorranno insediarsi negli edifici recuperati. Sarebbe un’ottima occasione per far rivivere il “cuore” dei nostri centri sempre più in difficoltà e contemporaneamente dare una boccata d’ossigeno all’edilizia».
Per ultimo Miele sottolinea, ancora una volta, la gravosità del carico fiscale e burocratico verso le imprese e gli immobili: «Avere una impresa significa sfidare quotidianamente l’ignoto; tra mancati pagamenti, tasse da pagare con regolarità anche se non si lavora, adempimenti sempre più complicati e leggi che si “attorcigliano” l’una con l’altra, fare impresa è veramente una “impresa”.
Il Centro Studi Confartigianato segnala invece che nella media primi sei mesi del 2016 la produzione manifatturiera – corretta con i giorni lavorativi – è aumentata dell’1,3% su base annua (il doppio rispetto al +0,6% dello scorso anno). In chiave settoriale si osserva che la produzione manifatturiera con la composizione settoriale dell’artigianato registra una crescita dello 0,9% a fronte di un calo dell’1,7% rilevato nello stesso periodo dello scorso anno. Considerando i principali settori manifatturieri artigiani segnano un aumento Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (7,0%), Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (4,3%), Legno e prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili (4,2%), Tessile (3,5%), Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature n.c.a. (2,9%), Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (2,9%), Fabbricazione di prodotti in metallo (1,9%), Mobili (1,7%), Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche (0,8%) ed Alimentare (0,7%).
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