Confapi Matera su decreto Sblocca-Italia

“Se qualcuno immaginava di poter barattare il titolo di Matera capitale europea della cultura con la liberalizzazione delle trivellazioni senza che la società civile si ribellasse si sbagliava di grosso: primo, perché Matera probabilmente avrebbe vinto ugualmente; secondo, perché appare stridente. il contrasto tra le scelte di una politica che da un lato sceglie di investire su cultura, turismo, ambiente e piccole e medie imprese, dall’altro svende il proprio territorio”.
Lo si legge in un comunicato della Confapi di Matera, che dopo la conversione in legge del decreto Sblocca Italia “conferma il suo giudizio, cioè che si sia trattato di una vittoria di Pirro che esautora la Basilicata da ogni decisione sulle estrazioni petrolifere”.
Per la Confapi “le manifestazioni di sabato a Potenza e di domenica a Scanzano, il documento firmato da 71 associazioni e la presa di posizione dei vescovi lucani, la dicono lunga sulla mobilitazione della società civile, della gente, dei piccoli imprenditori. Questi ultimi non si oppongono alle estrazioni petrolifere tout court, ma rivendicano di poter operare in un ambiente sano e soprattutto chiedono uno sviluppo equilibrato ed ecocompatibile, con una diversificazione delle attività che eviti l’errore fatto in passato con la monocultura del salotto”.
Confapi Matera chiede “che la Regione impugni la legge davanti alla Corte Costituzionale, per un’evidente illegittimità costituzionale di una norma che modifica la Costituzione con legge ordinaria, attribuendo allo Stato i poteri autorizzativi delle Regioni” ed auspica che “i consigli provinciali e comunali lucani si pronuncino contro questa legge”.

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