Concorsi Arbea e Arpab, interrogazione di Venezia

Il consigliere del Pdl chiede di conoscere “i motivi per i quali 19 giovani lucani vincitori di concorsi banditi da enti regionali, siano posti in condizione di soggezione e umiliazione e perché non si procede alla loro immediata assunzione”

Con una interrogazione presentata oggi e indirizzata al presidente della Regione De Filippo, il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia chiede di sapere “i motivi per i quali, complessivamente, 19 giovani lucani vincitori di concorsi banditi da enti regionali, siano posti in condizione di soggezione e umiliazione; perché non si procede alla loro immediata assunzione; perché vengono banditi concorsi senza che, ai giovani, venga garantita la certezza del diritto".

Venezia, che si riferisce ai 15 vincitori di un recente concorso dell’Arbea ed ai 4 vincitori del concorso svolto due anni fa dall’Arpab, chiede inoltre al presidente della Regione “chi ha sbagliato e quali provvedimenti intenda adottare nei confronti di coloro che perseverano in comportamenti illusori nei confronti dei giovani disoccupati lucani”.

“‘Questa è un'altra delle storie che il grande fiume raccoglie sulle rive della Bassa e porta al mare. Favole che sembrano storie vere o storie vere che sembrano favole…? Difficile poterlo stabilire, difficile…’. Con queste parole – ricorda Venezia – Giovannino Guareschi dava l'incipit ad un suo ennesimo, meraviglioso, racconto, ‘Don Camillo monsignore’, in cui rappresentava la vita di una parte d'Italia, appunto la bassa padana, dove, nel dopoguerra, la passione, lo scontro politico, talvolta anche aspro, si coniugavano sempre con la solidarietà umana e la carità cristiana. Tempi e luoghi, purtroppo, diversi dalla nostra Basilicata in cui la solidarietà e la carità sono state da tempo cestinate e sostituite dall'arroganza, dalla violenza del potere, dalla aridità delle coscienze. Non può spiegarsi diversamente quello che accade ai danni di diciannove giovani lucani vincitori di concorso, Arbea ed Arpab, in atavica attesa di assunzione”.

“Trascorsi inutilmente mesi ed anni dalla pubblicazione delle graduatorie – afferma ancora Venezia – questi ragazzi, ogni quindici giorni, si presentano in Consiglio regionale, come dei questuanti, per cercare di ottenere qualche risposta alla loro legittima richiesta di assunzione. Mai una risposta certa se non pacche sulle spalle, vane promesse, ribaltamento delle responsabilità all'innocente governo nazionale, patto di stabilità, scarsezza di fondi se non, addirittura, seccate strette nelle spalle. E' infinito l'elenco delle menzogne e degli atteggiamenti che accompagnano i ragazzi fuori dalle porte del potere. Davvero incredibile! Storie vere o favole lucane? Entrambe le cose. Le storie vere dei nostri giovani sempre più in condizione di disperazione e costretti alla disoccupazione o all'emigrazione e le favole di una sinistra che da troppo tempo incanta il popolo lucano con le lusinghe e le promesse tipiche di quella cultura, social-comunista ed atea, che non riesce a rispettare e riconoscere l'individuo, la persona”.

“Mi risulta, altro dato tutto nostrano – conclude Venezia -, che questi 19 ragazzi non abbiamo padrino politico. Voglio sperare che questa condizione non costituisca la mancanza di un titolo fondamentale per poter lavorare in Basilicata. Presidente De Filippo, perché accade questo? Perché si illudono i giovani con illusori concorsi? Perché a patire devono essere sempre i più deboli? Perché non ti decidi a dare una svolta alla Basilicata? Vuoi, per davvero, che la nostra regione, di questo passo ed in assenza di seri interventi strutturali, resti abitata esclusivamente da anziani? Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per vedere un minimo di azione politica nella nostra Basilicata? A cosa serve il tuo governo se continua ad essere inutile, dannoso e costoso?”.

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