L’Età carolina (1734-1759) nelle sue connotazioni portanti: la figura e l’operato di re Carlo e dei suoi collaboratori, ruolo degli intellettuali riformatori e veicolazione della cultura riformista, il rapporto tra Napoli e le province, progettualità riformatrici e pratiche attuative, innovazioni e persistenze, l’evoluzione dello Stato giurisdizionalista e la configurazione del ceto politico-amministrativo, percezioni e rappresentazioni di re Carlo e dell’Età carolina tra Settecento e Ottocento.
Sono stati questi i tracciati portanti della due giorni (31 gennaio e 1 febbraio 2018) a base del rilevante Convegno Nazionale di studio “Carlo e le province. La ‘stretta via’ del riformismo”, svoltosi a Potenza (Aula Magna dell’Università), ad iniziativa della Deputazione Lucana di Storia Patria, in collaborazione con la Giunta Centrale per gli Studi Storici, l’Università degli Studi della Basilicata – Dipartimento di Scienze Umane, le Deputazioni di Storia Patria della Calabria, della Puglia e degli Abruzzi.
Un Convegno di alta valenza scientifica e di rilevanti risultanze – ha evidenziato nelle considerazioni conclusive il prof. Aurelio Musi (Università di Salerno) – caratterizzato dalla partecipazione di venti relatori, oltre gli otto interventi programmati e numerosi altri interventi nel corso delle intense discussioni che hanno connotato le quattro sessioni dei lavori del Convegno, presiedute, rispettivamente, dai proff.: Agostino Bistarelli (Giunta Centrale per gli Studi Storici), Pasquale Corsi (Università di Bari, Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia),Walter Capezzali (Presidente della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi), Aurelio Musi (Università di Salerno), dopo l’apertura dei lavori da parte del Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, prof. Antonio Lerra, e gli indirizzi di saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università della Basilicata, prof. Augusto Paolo Masullo e del Direttore dell’APT, dott. Mariano Schiavone.
Quanto ai tracciati di merito, già al centro nei mesi scorsi di seminari propedeutici a cura dei singoli Istituti di Storia Patria, alla relazione introduttiva del prof. Antonio Lerra (Università della Basilicata, Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria) su Carlo di Borbone e le province. La ‘stretta via’ del riformismo, hanno fatto seguito le relazioni dei proff.: Giuseppe Caridi (Università di Messina, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria) su Riformismo carolino e letture storiografiche, Angelantonio Spagnoletti (Università di Bari) su Riformismo e potere locale, Giovanni Brancaccio (Università di Chieti – Pescara) su Le province abruzzesi nel Regno di Carlo di Borbone, Giuseppe Poli (Università di Bari, Società di Storia Patria per la Puglia) su Il Catasto onciario, tra esigenze di perequazione fiscale e riduzione dei privilegi, Saverio Russo (Università di Foggia, Società di Storia Patria per la Puglia) su Il “ritorno” del catasto onciario, tra ricerche locali e nuovi approcci, Mario Spedicato (Università del Salento, Deputazione di Storia Patria per la Puglia) su La“nascita” della Chiesa nazionale: il Tanucci e l’episcopato regio in Terra d’Otranto, Roberto Ricci (Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi) su Carlo e l’Abruzzo nel mondo di Ludovico Antonio Antinori, Silvia Mantini e Stefano Boero (Università dell’Aquila, Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi) su “Nel Regno la potestà laica non permette alli vescovi ingerirsi in questi corsi”.Tensioni religiose e di governo in Abruzzo, Paolo Muzi (Università dell’Aquila, Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi) su Il governo delle province: il caso di Abruzzo Ultra, Marco Trotta (Università di Chieti – Pescara) su Istituzioni e ceti dirigenti a Chieti in età carolina, Salvatore Lardino (Deputazione Lucana di Storia Patria) su “Fare il catasto”, tra indirizzi governativi centrali e pratiche cetuali periferiche, Giuseppe Cirillo (Università della Campania) su Principato Citra: i siti reali, Antonio D’Andria (Università della Basilicata, Deputazione Lucana di Storia Patria) su Carlo di Borbone e la Basilicata: premesse e riflessi della relazione Gaudioso, Vincenzo Naymo (Università per Stranieri di Reggio Calabria) su Chiesa e università nella diocesi di Gerace in età carolina, Melissa Salerno (Università della Basilicata) su Il Concordato del 1741 e i suoi riflessi in provincia, Vincenzo Cataldo (Deputazione di Storia Patria per la Calabria) su Ceti sociali e attività produttive in Calabria attraverso i catasti onciari, Michelangelo Morano (Università della Basilicata, Deputazione Lucana di Storia Patria) su Dagli indirizzi riformatori di età carolina alle Accademie agrarie, e interventi programmati da parte del dott. Alessandro Albano (Università della Basilicata) e dei proff. Salvatore Barbagallo (Università del Salento), Lucio Cuomo (Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi), Fabio D’Astore (Università del Salento), Rosella Folino Gallo (Deputazione di Storia Patria per la Calabria), Mirella Mafrici (Università di Salerno, Deputazione di Storia Patria per la Calabria), Veronica Sileo (Università della Basilicata) e Caterina Tisci (Università del Salento).
Relazioni ed interventi che, anche con riferimenti a peculiarità delle singole realtà provinciali, hanno nell’insieme evidenziato portata e rilevanza di aspetti e momenti caratterizzanti la breve, ma significativa, stagione riformista carolina, che ebbe nel quadriennio 1739-1742 il “meriggio del tempo eroico”, solo considerando portata ed incidenza dell’istituzione, il 30 ottobre del 1739, del Supremo Magistrato del Commercio, il Concordato stipulato con la Santa Sede, il 2 giugno del 1741, la riforma fiscale, imperniata sul Catasto onciario, rimasto significativamente in vigore oltre la venticinquennale permanenza di re Carlo di Borbone a Napoli, considerando che solo alla fine degli anni Settanta del Settecento si consentì alle Università di optare per le imposte indirette.
A conclusione dei lavori del Convegno, i cui Atti confluiranno a breve in specifica pubblicazione, si è unanimemente convenuto di dare continuità e solidità organizzativa al Coordinamento tra gli Istituti di Storia Patria della Basilicata, della Calabria, della Puglia e degli Abruzzi, che, d’intesa con la Giunta Centrale per gli Studi Storici, porteranno ad ulteriori sviluppi percorsi di ricerca e risultanze scientifiche che hanno connotato il Convegno su “Carlo di Borbone e le province. La ‘stretta via’ del riformismo”, a partire dalla ricostruzione e lettura/rilettura dell’arco temporale compreso tra l’Età carolina e l’Età napoleonica, per poi proseguire con quello compreso tra l’Età napoleonica e l’Unità d’Italia, con particolare attenzione, fra trasformazioni e persistenze, per gli assetti istituzionali, nonché ruoli e funzioni esercitati, a Napoli e nelle province, da ceti e gruppi dirigenti tra cultura e pratica politica.
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