Comunicazione, Lamorte: diversi i canoni stesso l'obiettivo

La Presidente Corecom parla di uso dei social ed esternazione del pensiero con il calamus in occasione della conferenza stampa del 26 giugno di presentazione del foglio quindicinale dei ragazzi del Circolo di Q dell’Unibas ai quali va il suo plauso

&ldquo;E&rsquo; superfluo sottolineare come una delle finalit&agrave; essenziali degli esseri viventi &egrave; quella di comunicare. Non intendo di certo fare la storia della scrittura, piuttosto riflettere sull&rsquo;uso che oggi se ne fa, corretto o scorretto che sia, giusto ovvero inficiante e poco rispettoso dell&rsquo;altrui persona&rdquo;. E&rsquo; la Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni, Giuditta Lamorte, ad esprimersi in questi termini.<br /><br />&ldquo;I social &lsquo;coprono&rsquo;, ed anche bene &ndash; sottolinea Giuditta Lamorte – buona parte della comunicazione personale e non solo, divulgano notizie in tempo pi&ugrave; che reale, rendendo quasi inutile il ricorso ad altro mezzo. E allora, mi chiedo perch&eacute; un &ldquo;manipolo&rdquo; di ragazzi dell&rsquo;Unibas realizzano un foglio quindicinale per pubblicare poesie e racconti, per riconoscere il valore intrinseco ed esternalizzato delle lettere e delle parole. Perch&eacute; decidono di profondere il loro impegno e il loro sapere nel riconoscere fino in fondo la simbologia della scrittura. Sono i ragazzi del Circolo di Q dell&rsquo;Ateneo lucano ai quali il Corecom ha deciso di dare il proprio patrocinio, tanto che il loro scritto sar&agrave; pubblicato in formato elettronico nella sezione dedicata al Comitato del sito web del Consiglio regionale della Basilicata&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Potrebbe sembrare una discussione &lsquo;a perdere&rsquo;, eppure, ne sono certa, i contenuti sono pregnanti, cos&igrave; come divengono pietre miliari di un discorso che inizia ma non finisce. S&igrave;, perch&eacute; il pensiero, le emozioni non hanno un&rsquo;unica matrice, non hanno un timbro per la convalida, non conoscono alcun soggetto di indirizzo, ma vivono di luce propria, al di l&agrave; delle modalit&agrave; con cui vengono espressi. Quello che importa ed &egrave; fondamentale &egrave; il passaggio dal pensato, dalla testa, se vogliamo analizzare il tutto dal punto di vista fisico, alla voce e, dunque, allo scritto. E&rsquo; qui, in questo percorso che si gioca, o meglio, si rischia, il contenuto del proprio &lsquo;io&rsquo;, la capacit&agrave; di capirsi e di connettersi con gli altri. E&rsquo; in questo gioco perpetuo che si capisce se si &egrave; in grado di condividere. Cosa? Idee, sensazioni, ricordi comuni, storia, filosofia di vita&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Social o calamus di &lsquo;antesignana memoria&rsquo;? Non credo, al di l&agrave; delle attitudini di ognuno, ci sia bisogno di una scelta perentoria e stabilizzante. Importante &egrave; raggiungere l&rsquo;obiettivo legato a quello che si vuol dire in modo netto e chiaro, senza tergiversare, o peggio, lasciarsi andare a stereotipi e false concettualit&agrave;. Sincerit&agrave; e trasparenza &egrave; quello che serve, nell&rsquo;un caso e nell&rsquo;altro. Ben vengano i social e sia di grande aiuto la carta, proprio quella carta papireggiante che ha sostituto la memoria dei popoli, rendendo pi&ugrave; facile la trasmissione della religiosa tradizione e del racconto che non appartiene agli avi, bens&igrave; alla civilt&agrave; stessa di cui siamo parte integrante, pur se spesso inconsapevoli&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; con grande gioia &ndash; fa presente la Presidente del Corecom – che costruiremo l&rsquo;incontro con i ragazzi del Circolo di Q dell&rsquo;Universit&agrave; della Basilicata. Sar&agrave; il primo indizio concreto di una collaborazione che vivr&agrave; di novit&agrave; e di sempre diversa attualit&agrave;, anch&rsquo;essa essenza di una realt&agrave; pronta a guardare dai diversi angoli dell&rsquo;Universo. Ed &egrave; vero che sono i ragazzi gli artefici del futuro, di un futuro impregnato non di passato, ma di volont&agrave; mai trascorse e tali nel loro valore interiore, non nella forma in cui sono rappresentate&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Comunicazione e modalit&agrave;, generazioni che si incontrano, un unico comun denominatore: la volont&agrave; di esprimersi e parlare al mondo la cui lingua, pensandoci bene, &egrave; la stessa&rdquo;.<br />

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