Comune Pz,Percoco su dimensione urbana e pratiche di genere

"Il pensiero e le pratiche delle donne nella loro vita quotidiana ci consentono di avere a disposizione strumenti che conducono a un nuovo modo di pianificare le nostre città?"
Questo il tema proposto dall'Assessore Percoco nell'ambito della giornata di studio "Smart city e smart community. Progetti innovativi e prospettive per le politiche di genere in Basilicata", che si è svolto ieri, proposto dall'Ufficio della Consigliera Regionale di Parità.
"Parlare di spazio urbano, nella sua dimensione smart, di benessere e di pratiche di genere è un tema molto attuale, centrale nel ciclo di programmazione 2014-2020.
Il benessere, nella sua dimensione urbana, è sempre più connesso a indicatori che poco hanno a che fare con la dimensione economica, quanto, piuttosto, a parametri connessi con la qualità della vita (servizi, sicurezza, consumo del suolo, infrastrutturazione culturale ecc.).
Essere una città smart significa in primis essere una città che pone al centro le persone. Parlare di donne e città significa parlare essenzialmente di famiglia.
Le donne esplorano la dimensione del quotidiano, nella quale espletano un doppio carico di lavoro: il lavoro produttivo e quello di cura. È proprio nel quotidiano che si tessono nuovi bisogni, che si rileva la necessità, per le donne, di avere accanto ad attrezzature e servizi dislocati nel territorio, anche tutta una serie di infrastrutture per la vita quotidiana, di reti di supporto, formale ed informale, reti di aiuto. Questo ragionamento conduce a mettere in stretta relazione il welfare con la pianificazione urbanistica, cioè la sfera della pianificazione con quella della programmazione, perché per ridisegnare le coordinate di un nuovo sistema di welfare c'è bisogno di una pianificazione fisica del territorio e di una programmazione sociale che si integrino.
La città è un palcoscenico complesso, in cui le geografie d’uso degli spazi e le pratiche di affermazione adottate dagli abitanti rivelano la molteplicità degli sguardi e delle azioni che attribuiscono valore e senso ai luoghi.Le donne, come i bambini e gli immigrati, sono gli interpreti di una cittadinanza urbana intesa come un processo dinamico, costruito non solo dall’insieme dei diritti e dei doveri, ma anche, e soprattutto, dalle pratiche attraverso le quali i singoli individui, o i gruppi di individui, configurano e reclamano nuovi diritti di partecipazione alla vita comunitaria.
La città non è solo uno spazio fisico nel quale uomini e donne, bambini ed anziani si muovono, differentemente, usando spazi e servizi diversi, ma emerge anche quale territorio organizzato, pianificato e gestito da diversi attori sociali, e così dalle donne. Incorporare la visione delle donne nella pianificazione territoriale significa visualizzare le disuguaglianze, l’impatto differente sulla vita quotidiana di uomini e donne dello spazio fisico, l’offerta di beni e servizi, l’accessibilità di essi, ecc., per orientare azioni che promuovano l’equità di genere tanto a livello dell’accessibilità al territorio, quanto della partecipazione negli ambiti decisionali. Il diritto alla città non sempre è un diritto universale e diventa necessario, pertanto, identificare gli elementi fisici e sociali che ostacolano, o favoriscono, l’accesso e la riappropriazione della città, al fine di individuare strumenti per il disegno e l’implementazione di politiche pubbliche urbane con prospettiva di genere".

BAS 05
  

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