“Fa rumore la posizione del M5S contraria all’adesione sull’istituzione di una Zona Franca a Fiscalità Differenziata sui prodotti energetici in Basilicata della zona franca ideata e promossa dall’ex assessore all’ambiente Aldo Berlinguer. Una dichiarazione di voto, quella mia – sostiene il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale, Savino Giannizzari – che mette con le spalle al muro l’intero Consiglio comunale di Potenza che reagisce con la solita retorica vecchia politica. La proposta di Berlinguer – prosegue il consigliere – avrebbe lo scopo di scoraggiare lo spopolamento della Basilicata. Nonostante le forti attrattive che ha la nostra regione, i politici che l’hanno governata, non soltanto non sono riusciti a creare condizioni di vita che i lucani meritano, ma addirittura l’hanno ridotta come una dei fanalini di coda in occupazione e reddito. E’ evidente che si tratta di una mossa propagandistica alla Renzi per elemosinare consenso elettorale in vista del pericolo che corre l’attuale classe politica in vista del crescente consenso del Movimento 5 Stelle nell’intero Paese e nella Basilicata. Lo dimostra la reazione delle varie compagini politiche e di chi, come il consigliere del Pd Carretta, mi accusa di strumentalizzazione sul tema zona franca. Fa particolare specie l’intervento del consigliere dei Fratelli d’Italia Galella, che addirittura elogia l’ex assessore regionale Berlinguer, in contrapposizione col suo stesso referente Gianni Rosa nel consiglio regionale, nonostante la fallimentare conduzione del Dipartimento Ambiente. Intanto, come già denunciato dal portavoce regionale M5S, Gianni Leggieri, non si può non notare un passaggio che risulta a dir poco inquietante in merito alla zona franca: ogni Comune che delibera accettando di aderire alla zona franca, sembrerebbe dare il consenso diffuso allo sfruttamento petrolifero della regione, ottenuta attraverso il tentativo di modificare la “percezione” da negativa in positiva da parte dei lucani, sulle attività petrolifere. Nel concreto è l’accettazione consensuale per possibili ricerche ed estrazioni petrolifere sul proprio territorio” conclude Giannizzari.
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