“Il consiglio comunale convocato oggi in seduta straordinaria aperta presso l’Università degli Studi della Basilicata rappresenta un'ottima occasione per tornare a mettere al centro dell'agenda politica le iniziative per rilanciare l'ateneo lucano non solo come luogo di apprendimento ma come ambiente di crescita e di accesso al lavoro”. A sostenerlo in una nota è il capogruppo dei Popolari Uniti Sergio Potenza. Per il consigliere “se è vero che l'ateneo lucano è una struttura valida dotata di strumentazioni e laboratori d'eccellenza, esso non rappresenta ad oggi un polo attrattivo per gli studenti che spesso orientano la propria scelta verso altre Università. I dati parlano chiaro: hanno chiuso i battenti i corsi di laurea in Lingue e culture moderne e Scienze della comunicazione che raccoglievano ogni anno circa 200 nuovi iscritti e oggi – prosegue Potenza – a rischiare è la Facoltà di Geologia. Negli ultimi anni è diminuito il numero di iscritti e in alcuni casi – vedi il corso di Laurea in Lingue – sono venuti a mancare i requisiti minimi a garanzia della qualità dell’offerta didattica. Ora la politica è chiamata a fare la propria parte. Gli enti interessati – Regione, Province e Comuni perchè l'Università è della Basilicata e non solo della città di Potenza – devono lavorare all'unisono per mettere in sicurezza l’attuale assetto universitario e per consentire ulteriori avanzamenti strutturali, organizzativi, di ricerca e formativi. In parallelo per Potenza bisogna pensare a come migliorare la qualità della vita degli studenti fornendo loro servizi extradidattici e individuando contenitori urbani da destinare a luoghi della socialità e del tempo libero. Bisogna inoltre potenziare le politiche abitative e lavorare per ancorare saldamente l'Università al territorio. Da questo – conclude Potenza – bisogna partire per far si che il polo universitario lucano torni a giocare un ruolo di primo piano a livello regionale, non dimenticando che sono gli studenti e i docenti il motore dell'Università. Ascoltare le loro richieste e cercare di venire incontro alle loro esigenze è un primo passo per cercare di limitare la fuga di cervelli e rilanciare il nostro ateneo.”
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