“All’indomani dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei prodotti lattiero-caseari, che consente al latte italiano di essere distinto da quello di importazione, esprimo la mia soddisfazione per il risultato ottenuto, anche in ragione del piccolo contributo che ho potuto fornire insieme col Consiglio comunale di Potenza”, così il consigliere del Pd Nicola Lovallo che evidenzia come il provvedimento debba essere letto anche come incoraggiamento ai 140 neoimprenditori lucani, che hanno deciso di investire il loro futuro nel mondo dell’agricoltura, grazie alle possibilità offerte dal Piano di sviluppo rurale. Il consigliere infatti sottolinea come due anni fa fu approvato in Consiglio comunale un Ordine del giorno che riguardava “l’azione della Coldiretti per la valorizzazione del latte italiano, a sostegno della verità, della trasparenza e dell’equità della filiera, contro l’omologazione e a difesa dell’agricoltura distintiva. All’epoca ebbi modo di ringraziare il Consiglio per aver approvato l’odg presentato dalla Federazione Provinciale Coldiretti di Potenza, e supportato anche da quella regionale, storicamente sempre in prima linea in questo tipo di iniziative, evidentemente ritenendolo ampiamente condivisibile in quanto motivato anche dalla necessità di tutelare gli interessi delle imprese, piccole e grandi, della filiera agroalimentare della nostra Provincia. Così il Comune – prosegue Lovallo – si è impegnato per intraprendere iniziative per assicurare un monitoraggio della filiera lattiera casearia nel territorio, provvedendo alla raccolta di dati relativi alla produzione e all’importazione di latte e prodotti caseari, rendendo pubblici i dati disponibili relativi alle importazioni di latte e di prodotti con derivati di latte. In questo modo sollecitammo la Regione a istituire appositi tavoli di concertazione con l’obiettivo di favorire il consolidamento di una logica di leale collaborazione tra le parti che permetta la programmazione delle attività produttive nella filiera zootecnica e del latte e, in attuazione della disciplina comunitaria, assicurando contrattazioni nel settore lattiero caseario che perseguano le finalità di “ottimizzare i costi di produzione” e di “stabilizzare i prezzi alla produzione. Un confronto tra le parti ha lo scopo di garantire un prezzo equo del latte alla stalla per gli allevatori, la valorizzazione della qualità del latte regionale e l’identità del territorio che lo produce. Si assicura il supporto e la definizione di un quadro generale di riferimento necessario per la tutela delle posizioni contrattuali degli allevatori, svolgendo un ruolo di propulsione e di mediazione, nel rispetto delle normali regole della concorrenza, con l’obiettivo di garantire equi accordi tra le parti e per la determinazione del prezzo del latte a tutela delle prospettive di sviluppo della zootecnica e della convenienza e qualità dei consumi. Saranno potenziate le attività di controllo sul territorio per verificare i prezzi della vendita al consumo e prevenire e combattere condotte commerciali scorrette e abusive, frodi e contraffazioni nel settore, per garantire che venga chiamato “formaggio” solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi e per assicurare l’effettiva applicazione della legge che vieta pratiche di commercio sleale. Promuoveremo iniziative locali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche, sarà realizzato un piano organico di promozione del latte e delle produzioni locali e nazionali” conclude Lovallo che auspica un percorso “simile per il grano italiano, oggi estremamente sottovalutato, con un costo pagato ai nostri produttori, che rispettano le rigide regole europee, al contrario dei loro ‘colleghi’ extracomunitari, con una larga percentuale di produzione biologica, costo che si aggira addirittura sui 15 euro a quintale”.
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