“Realizzare nel territorio comunale isole di compostaggio collettivo con la possibilità di applicare agevolazioni economiche ai cittadini, nei termini e nei modi secondo legge, ovvero in quelli che si riterranno più opportuni e che verranno discusse nella competente commissione” e, inoltre, “predisporre un piano organizzativo al fine di creare una nuova entrata nelle casse comunali attraverso l’utilizzo del compost”: è quanto chiede attraverso una mozione urgente il presidente del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Savino Giannizzari a Sindaco e Giunta. “Il compostaggio – ricorda il consigliere M5S – è un procedimento biologico che, attraverso dei batteri, trasforma i rifiuti organici in compost, cioè un particolare fertilizzante che può essere adoperato per l'agricoltura. Questa procedura può essere effettuata dai singoli individui nell'ambito domestico per smaltire i propri scarti. L’incentivazione alla riduzione dei rifiuti prodotti rappresenta uno degli aspetti fondamentali della gestione complessiva del ciclo dei rifiuti per i risvolti economici ed ambientali che ne derivano. Numerosi comuni (tra i più grandi ci sono quelli di Genova, Roma e Torino) concedono sconti sulla Tarsu a chi effettua il compostaggio domestico. Nella differenziazione dei rifiuti una componente rilevante che va dal 25% fino al 45% è rappresentata dalla frazione umida organica. La frazione organica presente nel rifiuto urbano rappresenta il principale problema da trattare in quanto: è la prima componente in peso (34%) dei rifiuti prodotti; costituisce la maggior percentuale, quasi il 24% in peso, di tutta la raccolta differenziata; non è supportata da un sistema tipo Conai e, per l’elevata frequenza di raccolta necessaria, rappresenta in termini economici la prima voce di costo tra le diverse tipologie di raccolta differenziata dopo la frazione residua: mediamente 220 euro/t fino a raggiungere nelle regioni meridionali punte di 321 euro/t; in termini di impatto, la sua putrescibilità, ne fa il primo responsabile dei percolati, delle emissioni di gas serra e dei cattivi odori nelle discariche. Esistono da tempo varie soluzioni di trattamento e riutilizzo della frazione umida atte a consentire la pratica del compostaggio a livello domestico, superando quindi la necessità di ricorrere a sistemi impiantistici importanti, spesso invasivi e dispendiosi. Il compostaggio può essere effettuato in varie scale e con l’utilizzo di diverse tecniche: su scala industriale la frazione umida raccolta in maniera differenziata viene processata con diverse tipologie di trattamento (cumuli, bioreattore eccetera). Un’analisi della distribuzione degli impianti di compostaggio in Italia mostra una notevole differenza tra il Nord e il Centro-Sud. Nel 2011 sono state circa 4,4 milioni le tonnellate di rifiuti organici avviate agli impianti di compostaggio con casi di trasporto e trattamento fuori regione. Su scala domestica il trattamento avviene tramite compostaggio o auto-compostaggio. A supporto di questo sistema, in molte realtà locali viene avviato l’Albo Compostatori comunale con cessione di compostiere domestiche e sconti sulle tasse. Le mancate entrate nelle casse comunali dovute agli sconti di cui sopra, possono essere compensate, se non addirittura sostituite con entrate maggiori, dal vantaggio economico determinato dai diversi utilizzi legati al compost e che attraverso un’opportuna cabina di regia, potrebbero addirittura creare nuovi posti di lavoro. Ulteriori benefici economici sono rappresentati dalla riduzione del costo di recupero della frazione organica, nonché dalla riduzione, parziale o totale, dei costi della raccolta dell’umido. Si riporta come esempio di ipotetica realtà nella quale viene effettuata la raccolta dell’umido e dove pertanto la riduzione dei costi di raccolta è determinata soltanto da un numero minore di “prese” da parte degli operatori: il servizio è in atto, occorre però un numero minore di squadre di raccolta per servire il territorio. Si ipotizza, pertanto, un risparmio parziale sui costi di raccolta per utente (circa 30%). Non tutti i cittadini però dispongono di un area dove poter posizionare una compostiera. L’esigenza di intervenire nella materia del ciclo integrato dei rifiuti con l’introduzione di pratiche positive e virtuose è sentita anche per i costi che tale servizio comporta per i cittadini. Le norme vigenti consentono una riduzione dei costi delle bollette per i cittadini che praticano il compostaggio domestico. Sono molti gli enti locali che hanno avviato progetti di smaltimento e trattamento della frazione organica utilizzando isole di compostaggio collettivo contribuendo anche alla formazione ed educazione della cittadinanza sul rapporto tra rifiuti e ambiente” conclude Giannizzari.
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